Silvio Berlusconi è pronto a scendere in campo e in strada per sostenere la campagna elettorale di Guido Bertolaso. «Sarò al suo fianco, per strada e in incontri pubblici. A Roma c'è un grande potenziale su cui lavorare, un potenziale che prima non c'era. Bertolaso è un uomo fuori del comune che può raccogliere voti sia a destra che a sinistra, rompendo gli schemi tradizionali, sulle cose concrete dimostrerà credibilità e idee non paragonabili a quelle degli altri candidati».
Il presidente di Forza Italia è in fase di ripresa dalla piccola operazione all'occhio subita martedì, ma si tiene in contatto con l'ex capo della Protezione civile con il quale costituirà una sorta di ticket, mettendoci la faccia. Chi ha avuto occasione di parlare con lui racconta di un Berlusconi determinato come non si vedeva da anni, deciso a respingere una operazione di potere percepita come un tentativo di conquista della leadership del centrodestra. Il lavoro di pianificazione è già iniziato. L'obiettivo è costruire una costellazione di soggetti e di liste che possano sostenere il candidato, pescando nell'associazionismo, liberi dai vincoli politici. C'è anche una percentuale che inizia a circolare: quella del 22-23% considerata come la soglia d'accesso al ballottaggio, dietro Virginia Raggi. L'amarezza, insomma, sta lasciando spazio alla prospettiva e alla necessità di costruire, anche se resta molta rabbia da sbollire. «Fa male ripensare alla presenza di alcuni esponenti di Fdi alle gazebarie solo domenica scorsa» dicono dentro Forza Italia «quando evidentemente tutto era già deciso. Di certo noi subiamo un danno grave, ma la Meloni vista la giovane età rischia di dover convivere con una ferita profonda alla sua immagine, avendo mancato alla parola data». Lo stesso Berlusconi, raccontano, lamenta una carenza di «metodo e buona educazione».
Bertolaso, ai microfoni di «Un giorno da pecora», prova a stemperare i toni della polemica con la Meloni. «Io tradito da lei? I politici hanno un'idea e il giorno dopo la cambiano. Io non sono un politico ma un tecnico, sono stati loro tre a chiedermi di candidarmi e l'ho fatto. Sarò un candidato indipendente e civico appoggiato da Fi». Su Mafia Capitale, Bertolaso ha le idee chiare. «Cantone e Sabella hanno denunciato e scritto ma nei fatti hanno realizzato poco. Pignatone, capo della procura di Roma, è stato il vero salvatore della città, è stato lui a smascherare Mafia Capitale». Cosa risponderebbe alla Meloni? «Che vado avanti come una ruspa». Vi sentirete con la neo-candidata? «Sì, le scriverò: cara Giorgia, io continuo a volerti bene. E poi le manderò sette rose rosse». Berlusconi, a sua volta, mostra sicurezza. «Bertolaso vincerà sicuramente con la sua lista civica affiancata da quella di Forza Italia. La frase sulla maternità della Meloni è stata strumentalizzata in maniera meschina. La Meloni sa benissimo che non diventerà sindaco».
E poi, parlando con Maurizio Belpietro alla Telefonata, attacca: «I leghisti di Roma sono tutti ex fascisti quindi hanno vecchie liti quotidiane tra loro. Un buon sindaco è ciò che interessa i romani. Avendo trovato un fuoriclasse come Bertolaso, mi sembra assurdo cambiare. Saranno i romani a trarre le conclusioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.