Berlusconi sente Draghi. Salvini invita al dialogo ma rifiuta l'invio di armi

Il Cav: ok sanzioni, ma attenti all'economia. Il leghista critica l'Occidente "diviso e impaurito"

Berlusconi sente Draghi. Salvini invita al dialogo ma rifiuta l'invio di armi

«Armi letali all'Ucraina? Non nel mio nome, serve dialogo e diplomazia». Nel giorno in cui Vladimir Putin allerta il sistema difensivo nucleare, Matteo Salvini richiama tutti alla necessità di continuare a percorrere la via della diplomazia, mettendo così in discussione la linea dell'alto rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrel che non ha escluso la possibilità di fornire «materiale letale all'eroico esercito ucraino». Il leader della Lega si confronterà comunque con i leader di maggioranza e deciderà di concerto con il governo la linea ufficiale dell'Italia, con l'auspicio che si possa arrivare a una risoluzione bipartisan e inviare all'esterno un messaggio condiviso.

Si muove anche Silvio Berlusconi con un colloquio telefonico con il premier Mario Draghi. Il presidente di Forza Italia, a quanto si apprende, mette a disposizione del Paese le sue relazioni internazionali e invita a produrre ogni sforzo possibile per fermare l'escalation, aprire corridoi umanitari e portare lontano dalla guerra i più fragili, a partire dai bambini. Berlusconi non esclude sanzioni nei confronti della Russia, ma chiede di tenere conto dei possibili contraccolpi per la nostra economia. In particolare il Cavaliere offre il suo sostegno per ogni iniziativa volta a sterilizzare possibili nuovi aumenti di gas ed energia. Un pressing che già oggi dovrebbe essere premiato e portare a una iniziativa mirata dell'esecutivo per stemperare il peso degli aumenti sulle aziende. E se Antonio Tajani incontra l'ambasciatore ucraino, Licia Ronzulli fa notare che «sono già 368mila i rifugiati in fuga dall'Ucraina. Bisogna velocizzare l'attivazione dei corridoi umanitari. L'Onu avvii subito un'operazione di peacekeeping».

Il centrodestra di governo viaggia dunque su binari simili, con una richiesta forte di iniziative umanitarie. Il leader della Lega, intervenendo a Mezz'ora in più, chiede all'Europa «non di distribuire armi letali ai confini con la Russia, ma di perseguire la via del Santo Padre: confronto, dialogo, diplomazia, sanzioni. Sono un tifoso dell'introduzione del servizio militare e civile - ricorda Salvini - ma preferisco parlare di corridoi umanitari e non voglio che la risposta dell'Italia e dell'Europa, culla di civiltà, sia distribuire armi letali. Comunque non in mio nome».

Salvini, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, aggiunge che «l'Europa ha interesse a intrattenere buone relazioni con la Russia. La Nato è un'alleanza difensiva e non può essere un'alleanza offensiva. Spero che a Mosca qualcuno capisca che si è spinto troppo avanti. La Russia non penso voglia scatenare una guerra nucleare. Se il conflitto si allarga rischia di essere un disastro».

Salvini non nasconde l'ambizione di costruire un ruolo centrale per l'Italia negli sforzi diplomatici internazionali. «Isolare qualcuno non funziona: per questo sono contro l'invio di militari, contro l'invio di bombe e di missili e bisogna costringere i due soggetti, uno che ha ragione, e che si sta difendendo eroicamente, e uno che ha torto e che ha scatenato un conflitto di cui nessuno sentiva la mancanza, a sedersi intorno a un tavolo. Pensate se fosse Roma a ospitare l'incontro, Roma città di pace».

Salvini smentisce di avere un rapporto consolidato con il presidente russo e non risparmia critiche agli Stati Uniti.

«Io Putin l'ho incontrato una volta nel 2014, non ho una frequentazione», ma «Putin ha sicuramente approfittato di un Occidente diviso, impaurito e in fuga come la fuga vergognosa, vigliacca, sciagurata, disorganizzata degli Stati Uniti dall'Afghanistan. L'Occidente che rinnega i suoi valori, le sue radici, la sua battaglia per la democrazia apre lo spazio a chi usa la forza».

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