New York. «Prepariamoci ad una lunga battaglia per la libertà, l'Ucraina è in prima linea in questa battaglia e noi siamo con il popolo ucraino». Joe Biden ha chiuso con un discorso dal Castello Reale di Varsavia la maratona diplomatica in Europa che dopo Bruxelles lo ha portato in Polonia per una serie di incontri ufficiali con il presidente Andrzej Duda e con i ministri degli Esteri e della Difesa ucraini, prima di un bagno di folla con i rifugiati scappati dal loro paese in guerra. La Russia sta «strangolando la democrazia» e vuole farlo «non solo in casa sua», ha sottolineato il presidente americano, ribadendo che «non ci sono giustificazioni per l'invasione». Le azioni di Mosca minacciano di portare «decenni di guerra», ha aggiunto, avvertendo Vladimir Putin di «non pensare nemmeno a toccare un solo centimetro nel territorio della Nato». È un «dittatore che cerca di ricostruire un impero», ha proseguito Biden: «Questo uomo non può restare al potere».
Parole che hanno scatenato l'ira del Cremlino: «Non è qualcosa che decide Biden. È solo una scelta dei cittadini della Federazione Russa», ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Mentre la Casa Bianca si è affrettata a precisare che il presidente «non stava parlando di un cambio di regime in Russia»: il suo punto «era che a Putin non può essere concesso di esercitare potere sui vicini e sulla regione. Non stava parlando di Putin al potere» nel suo Paese. In ogni caso si tratta di un nuovo durissimo attacco allo zar russo da parte del Comandante in Capo, che nel suo incontro con i rifugiati ucraini lo aveva già definito un «macellaio», spingendo il Cremlino ad avvertire che «i nuovi insulti restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti». Il presidente Usa, da parte sua, ha riaffermato pure che «l'Occidente è più forte e più unito che mai. Non c'è dubbio che questa guerra sia già un fallimento strategico per Mosca». La Russia pare aver cambiato strategia, ridimensionando i suoi obiettivi e puntando decisamente al controllo del Donbass, ma Biden si è detto «non sicuro» di un tale cambio di piano. Nella giornata di ieri l'inquilino della Casa Bianca ha avuto anche un bilaterale con Duda, al quale ha assicurato: la cosa più importante che «ci unisce sono i valori comuni come la libertà. La vostra libertà è la nostra». Sottolineando poi che l'articolo 5 del trattato Nato - secondo cui un attacco armato contro uno o più membri dell'Alleanza sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti - «è un obbligo sacro». A Dmytro Kuleba e Oleksii Rezniko, invece, Biden ha garantito «ulteriori sforzi per aiutare l'Ucraina a difendere il suo territorio» e per far sì che Putin «risponda per la brutale aggressione da parte della Russia, comprese nuove sanzioni». «Ciò che succede in Ucraina sta cambiando l'intero XXI secolo», ha aggiunto, assicurando (ha riferito Kuleba) che gli Usa «saranno con l'Ucraina sempre, fino alla vittoria». Nel corso dell'incontro i ministri di Kiev hanno presentato un elenco di attrezzature militari utili per il loro esercito.
Dopo il bagno di folla con i rifugiati allo Stadio Nazionale di Varsavia, invece, Biden ha sottolineato che «non c'è bisogno di parlare la stessa lingua per capire la girandola di emozioni nei loro occhi». Il presidente americano li ha abbracciati, ha stretto mani e fatto selfie. Definendo i profughi coraggiosi, ha raccontato che i bambini con cui ha parlato gli hanno chiesto di pregare per i loro papà e i loro nonni in Ucraina a combattere. «Sono molto impressionato dalla sincerità e dall'apertura di questa gente. È incredibile vedere tutti questi bambini che vogliono solo un abbraccio. Voglio ringraziarli, mi rendono orgoglioso», ha detto Biden al termine dell'incontro. Secondo la nuova legge polacca, i rifugiati avranno il diritto di soggiornare nel Paese fino a 18 mesi, con la possibilità di prolungare questo periodo fino a tre anni.
A partire dal 24 febbraio scorso, ha riferito la guardia di frontiera, in Polonia sono entrati 2,27 milioni di cittadini ucraini, e a Varsavia ne soggiornano oltre 300mila. Gli Usa, come annunciato nei giorni scorsi, accetteranno fino a 100.000 profughi in fuga dal conflitto attraverso visti familiari, libertà vigilata umanitaria, e il programma per i rifugiati.
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