Blinken, missione in salita. Si tratta ma Hamas chiude: "Un bluff"

Il segretario di Stato Usa tra Israele, Egitto e Qatar: il dialogo resta complicato. Ritrovati i corpi di sei ostaggi rapiti il 7 ottobre

Blinken, missione in salita. Si tratta ma Hamas chiude: "Un bluff"
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Sono ore importanti per cercare di concludere l'atteso accordo di cessate il fuoco a Gaza, dopo oltre 300 terribili giorni di guerra. Il processo diplomatico però resta complicato. Antony Blinken è in tournée in Medio Oriente per convincere le parti a stringere l'intesa. È arrivato in Egitto ieri, dove ha incontrato al-Sisi, e ha continuato nel suo faticoso pressing; lunedì era in Israele. Il rais egiziano ha avvertito del rischio che la guerra si espanda a livello regionale. «Le conseguenze sarebbero difficilmente immaginabili», ha fatto notare. Dall'Egitto Blinken proseguirà poi per il Qatar, in un giro di trattative incessanti. Ma ieri sono state dure le parole di Benjamin Netanyahu riguardo al corridoio Filadelfia, uno dei punti chiave dei colloqui: «Non ci ritireremo da lì in nessun caso, ho detto a Blinken che arriveremo alla distruzione di Hamas», ha tuonato il premier. Hamas invece ha chiesto la smobilitazione completa dell'Idf dal confine tra Gaza ed Egitto e ha attaccato Joe Biden: «Le sue parole, sul fatto che ci staremmo allontanando dall'accordo, sono fuorvianti. Consideriamo queste dichiarazioni come un via libera da parte degli Stati Uniti al governo sionista per commettere più crimini contro i civili disarmati», ha sottolineato il gruppo. Mentre il Wall Street Journal riferisce che, secondo mediatori arabi, la rivendicazione di Hamas e Jihad islamica del fallito attentato di domenica sera a Tel Aviv rientra nel tentativo di Yahya Sinwar di espandere il conflitto oltre Gaza. Secondo Sinwar, inoltre, il negoziato è solo un bluff progettato per dare più tempo alla manovra militare israeliana nella Striscia.

Ma i negoziati hanno anche l'obiettivo di salvare gli ostaggi israeliani. Ieri sono stati recuperati a Khan Yunis i corpi di sei di loro. Sono di Yagev Buchshtab, Alex Dancyg, Avraham Munder, Yoram Metzger, Chaim Peri e Nadav Popplewell. Cinque delle loro morti erano già state annunciate da Israele, anche se si pensava che Avraham Munder potesse essere ancora vivo. L'operazione notturna è stata condotta dall'Idf insieme allo Shin Bet. I sei uomini erano stati tutti rapiti dai Kibbutz Nir Oz e Nirim, durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Le stime ufficiali israeliane parlano di 105 ostaggi a Gaza, 71 dei quali si pensa siano ancora vivi. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha riferito che l'operazione è stata «complessa». Il presidente Isaac Herzog ha inviato «le più sentite condoglianze alle famiglie». Critico invece il Forum delle famiglie degli ostaggi.

Intento a Gaza si continua a morire. Almeno nove persone sono morte nell'attacco lanciato dall'aviazione israeliana contro la scuola Mustafa Hafez di Gaza City. L'esercito con la Stella di David ha annunciato di aver colpito lì un centro di comando di Hamas. Mentre un giornalista palestinese, Ibrahim Muharab, è stato ucciso dal fuoco dello Stato ebraico nel Sud della Striscia. Resta anche alta la tensione in Libano. Tsahal ha confermato di aver condotto raid aerei nel distretto di Baalbek, dove sono stati presi di mira depositi di armi di Hezbollah.

In aggiunta l'Idf ha sferrato un attacco con drone nel Sud del Paese dei Cedri, uccidendo Hussein Ali Hussein, importante membro del movimento sciita. Un'altra cellula del Partito di Dio è stata centrata in raid con cacciabombardieri contro un edificio di Taybeh. Hezbollah ha reagito ieri sera con il lancio di razzi sull'Alta Galilea e nel Golan.

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