Blitz anti-Israele, si muove il ministro

Tensioni negli atenei di Roma e Genova: i rettori nel mirino. E la Bernini contatta il Viminale

Blitz anti-Israele, si muove il ministro
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Tensione alle stelle tra studenti e forze di polizia all'università La Sapienza di Roma, ieri. Il corteo dei collettivi, partito dall'aula magna del rettorato, ha attraversato viale Regina Elena, a pochi metri dall'Istituto superiore di sanità e da uno degli ingressi dell'Ateneo. La polizia era in assetto antisommossa. I ragazzi hanno sventolato la bandiera della Palestina. Hanno urlato «vergogna vergogna» e intonato cori contro Israele, le forze di polizia e la rettrice Antonella Polimeni. Le proteste seguono la contestazione a David Parenzo di qualche settimana fa. Il giornalista in quell'occasione aveva scritto: «C'è un gruppo di collettivi che dicono un sionista non può parlare». Ma la protesta si è estesa ad altre città. A Genova insulti e proteste contro il rettore Federico Delfino da parte di alcuni studenti. Nel capoluogo ligure le contestazioni provengono da «Cambiare Rotta» e da un gruppo di autonomi: al centro anche qui il conflitto israelo-palestinese.

È intervenuta subito il ministro dell'Università Anna Maria Bernini. «Totale sostegno ai rettori Polimeni e Delfino», ha puntualizzato. Bernini ha contattato pure telefonicamente il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il ministro degli interni Matteo Piantedosi. L'incontro con Pisani servirà sia per fare una ricognizione sul livello di allarme raggiunto nelle università sia per una valutazione sui modi più opportuni per intervenire, per coniugare libertà e sicurezza all'interno degli atenei. Gli studenti dei collettivi vogliono che, come accaduto a Torino, La Sapienza non partecipi al bando Maeci che prevede una collaborazione con università israeliane. «Per quanto riguarda le richieste avanzate da alcune studentesse e alcuni studenti l'Ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze purché non ledano i principi democratici». Ha affermato la rettrice della Sapienza Polimeni.

E ieri a Torino alle 18 l'Associazione radicale Adelaide Aglietta, la Comunità ebraica di Torino, l'Ugei (l'Unione Giovani Ebrei d'Italia) e gli Studenti per le Libertà hanno organizzato un presidio davanti al Rettorato dell'Università. La manifestazione ha voluto esprimere il dissenso non-violento per la decisione del Senato Accademico di non collaborare con le università israeliane nell'ambito del bando Maeci. Hanno partecipato anche partiti come Italia Viva, Azione, Più Europa, e la Sinistra per Israele, nel silenzio più che assordante del segretario del Pd Elly Schlein. Negli scorsi giorni il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, ha anche inviato una lettera al rettore Stefano Geuna. Le strade ieri vicino al sit-in erano bloccate dalla polizia e i contestatori all'esterno urlavano «Free Palestine» con megafoni e bandiere palestinesi.

Luca Spizzichino presidente Ugei, unione giovani ebrei, ha così espresso il suo timore: «Questa decisione dell'Ateneo di Torino apre a un precedente preoccupante. Non è bello che una Università decida su pressioni di collettivi». E poi ancora: «Nei progetti indicati nel bando non c'era niente di bellico ma erano tutti legati all'agricoltura e alla salute.

Fare un boicottaggio nei confronti di una democrazia è grave. Le università stanno perdendo i loro valori, non è possibile censurare chi voglia parlare, solo perché ha opinioni differenti dalle nostre. La libertà di pensiero è un valore da preservare».

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