Boom dei contagi: 3.678. È il ritorno dell'incubo. "Va evitato il lockdown"

Da 6 mesi non si registravano tanti nuovi casi. I morti 31, i gravi 337. Il disastro Campania

Boom dei contagi: 3.678. È il ritorno dell'incubo. "Va evitato il lockdown"

E venne il giorno dell'esplosione. Il Covid che pensavamo ormai sconfitto, sdentato, torna a morderci con forza. Non è terrore ma a questo punto è chiaro che è iniziato il sequel dell'incubo di primavera. Un nemico meno angosciante, che fa meno male e comunque conosciamo, ma pur sempre un rompipalle che rischia di sconvolgere di nuovo le nostre vite. E nessuno lo avrebbe voluto.

Ieri i contagi hanno superato abbondantemente quota 3mila (sono 3.678), come non accadeva dal 16 aprile, quando furono 3.786. Ci sono voluti quasi sei mesi per tornare allo stesso livello, anche se va detto che allora gli altri dati erano assai più angoscianti. I morti erano 525, e i ricoverati in terapia intensiva 2.936. Inoltre i tamponi fatti quel giorno erano circa la metà di quelli di oggi, attorno ai 60mila. Ieri invece i morti sono stati 31 (comunque il dato più alto dai 34 del 25 giugno) e i pazienti in terapia intensiva sono 337, 18 in più del giorno precedente. A livello nazionale sono stati effettuati 125.314, ed è il nuovo record dall'inizio dell'emergenza (il precedente erano i 120.301 del 2 ottobre). Il tasso di positività è quindi del 2,94 per cento, il secondo più alto degli ultimi mesi dopo il 3,74 dello scorso lunedì. La Campania è attualmente la vera osservata speciale, con 544) nuovi casi davanti alla Lombardia con 520 nuovi casi, al Veneto con 375 nuovi casi, al Lazio con 357 contagi di giornata. Chiude la top five la Toscana con 300 casi e 10.014 tamponi. In termini di casi sono in tripla cifra anche il Piemonte (287), la Sicilia (213), la Puglia (196), l'Emilia-Romagna (193), la Liguria (176) e la Sardegna (101). Nessuna regione è stata esente da contagi, anche se il Molise ne ha contato solo uno.

Insomma, si va verso nuovi lockdown? Il ministro della Salute Roberto Speranza spera proprio di no (ma non è certo il solo): «Valutiamo giorno per giorno il quadro epidemiologico - dice ai cronisti assiepati a Villasimius all'uscita di un congresso della Fimmg - e siamo al lavoro per evitarlo. Anche perché ogni lockdown ha un costo. Nessuno sa come saranno i dati tra tre o quattro settimane. Nessuno ha la certezza di quello che accadrà, dipende dai comportamenti delle persone. Per questo il lavaggio delle mani, evitare assembramenti, l'uso della mascherina che abbiamo rafforzato con le nuove norme, sono la chiave con cui provare a battere questo virus. E lavoriamo giorno e notte perché si eviti un lockdown nazionale».

Il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusafett dà invece un tocco di ottimismo: «La trasmissione di #covid19 negli studenti e nel

personale scolastico - twitta - è strettamente monitorata e a oggi risulta molto limitata. I protocolli stanno funzionando. Continuiamo a lavorare con i ministeri dell'Istruzione e della Salute perché i ragazzi vadano a scuola».

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