Boschi: "Renziani via dal Pd? Se tornano Bersani e D'Alema..."

L'ex ministro Maria Elena Boschi alimenta l'ipotesi di una fuga dal Pd dei renziani: "Si parla di un rientro di Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema. In quel caso, credo sia giusto discuterne tra di noi e con il segretario Zingaretti"

Boschi: "Renziani via dal Pd? Se tornano Bersani e D'Alema..."

Sono ore febbrili nel Pd. L'alleanza con il Movimento 5 Stelle non ha messo la parola fine alle frizioni che da tempo dividono la maggioranza zingarettiana dalla minoranza renziana. Quest'ultima non perde occasione per alimentare le voci di una possibile uscita dal partito. Dopo le polemiche per l'assenza di esponenti toscani nell'esecutivo ("Una vendetta contro Renzi"), a parlare senza mezzi termini di un'ipotetica uscita dai dem è Maria Elena Boschi. A margine dell'evento "Il tempo delle donne", l'ex ministro delle Riforme costituzionali del governo Renzi ha detto: "Si parla ad esempio di un rientro nel Pd di Pierluigi Bersani o Massimo D'Alema. Ci dovessero essere queste condizioni credo sia giusto discuterne tra di noi e con il segretario del Pd, Nicola Zingaretti".

Boschi, che ha accusato Matteo Salvini di avere "trasformato uno stabilimento balneare (il Papeete Beach, ndr) nel Viminale", ha poi puntualizzato: "Non c'è bisogno di ribadire in ogni momento la nostra presenza nel Pd", rassicurando chi, come il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, ha definito "una sventura" le scissioni in politica, riferendosi chiaramente a quanto potrebbe succedere tra i dem: "Il governo - ha precisato Boschi - non ha nulla da temere dalla Leopolda", ma "deve dimostrare non ai parlamentari o alla Leopolda, ma a tutti cittadini, che fa delle cose buone, nel loro interesse. Noi lo sosteniamo e lavoriamo per portare il nostro contributo", la precisazione dell'ex ministro, che però non ha nascosto un certo "dispiacere" per l'assenza di toscani dal governo.

Intanto cresce l'attesa per la nuova edizione della Leopolda, in programma a Firenze tra il 18 e il 20 ottobre. Fino a poco tempo fa, c'era la convinzione che il padrone di casa Matteo Renzi ne avrebbe approfittato per lanciare ufficialmente la sua nuova avventura fuori dal Pd, con la creazione di un gruppo parlamentare autonomo alla Camera. Ipotesi che, per il momento, pare essere rientrata, anche se una scissione dai dem è giudicata inevitabile da buona parte del partito, e non solo dai renziani.

Troppe, negli ultimi mesi, le provocazioni reciproche tra le correnti che fanno riferimento al segretario Zingaretti e al senatore toscano. Sempre più convinto di non contare più niente all'interno dei dem. Da solo, invece, il suo peso politico crescerebbe in maniera esponenziale.

Specie nei confronti del Conte-bis, di cui è stato il primo ideatore. E che potrebbe rafforzare attirando nell'orbita dell'esecutivo parlamentari centristi che al momento non appoggiano il governo. Magari con l'aiuto di Calenda e Richetti, appena usciti dal Pd.

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