Londra - E adesso chiamatelo mister Wobbly. «Traballante come una gelatina su un piatto», di quelle che si usano alle feste dei bambini inglesi. Come sempre non ha usato mezze misure il tabloid inglese The Sun per definire la figura del premier Cameron all'indomani dei quattro punti presentati dal primo ministro a Bruxelles. A quanto pare le proposte non sono piaciute quasi a nessuno in Gran Bretagna, dove il discorso tutto è parso fuorché un reale ultimatum. Anzi, ieri molte prime pagine raccontavano di un capo di governo che per primo, si era premurato di strizzare l'occhio all'Europa, rinunciando a sbattere il pugno sul tavolo, in stile Thatcher, per portare a casa delle riforme concrete e regalando, come controparte in cambio di un blando accordo di massima, l'assistenza sociale immediata e gratuita anche ai nuovi migranti.Insomma, forse a qualcun altro in Europa sarà sembrata una presa di posizione ferma ed autorevole, ma a casa, dove il tormentone Brexit tiene banco ormai da un paio d'anni, il buon David ne esce a pezzi, accusato com'è di voltar gabbana una settimana sì e una no, a seconda di dove tira il vento. E mentre il quotidiano conservatore Daily Telegraph ieri tentava di minimizzare la disfatta, sottolineando la mano tesa dalla terribile Merkel verso il Regno Unito, molti altri enfatizzavano la furia degli elettori e dei parlamentari euroscettici convinti che Cameron abbia praticamente «alzato bandiera bianca» di fronte all'Unione. Secondo quanto riportava ieri il Financial Times, i quattro punti non erano le questioni chiave che tutti si aspettavano in quanto troppo generici nella loro formulazione e questo ha rafforzato i conflitti interni al partito. Ma sicuramente la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la disponibilità neppure troppo celata del premier a tornare indietro sulla richiesta del governo inglese di poter negare ogni tipo di benefit assistenziale ai nuovi immigrati che non fossero risultati residenti nel Paese per almeno quattro anni. Secondo indiscrezioni infatti, Cameron sarebbe disposto a cestinare l'idea oppure favorevole ad estendere la stessa misura anche agli inglesi residenti all'estero per un periodo eppoi ritornati in Gran Bretagna. Un comportamento che i suoi elettori non comprendono - mentre i media lo capiscono fin troppo bene - soprattutto dopo mesi di proclami ad alta voce. «L'intero approccio di ieri -scriveva sul Daily Express l'analista politico Leo McKinstry - era timido e sulla difensiva. Non era certo una sfida....con Cameron la Gran Bretagna è come un partner maltrattato che invece di tentare di uscire da una relazione distruttiva chiede nervosamente di poter ancora parlare del suo problema». Kevin Maguire del Daily Mirror aggiungeva benzina sul fuoco commentando che non solo gli euroscettici potrebbero sentirsi presi in giro da una tale remissività. «Invece di dare un messaggio forte e chiaro - scriveva - mister Wobbly si è mosso in modo da compromettere piuttosto che rafforzare tutti coloro che credono in una Gran Bretagna più forte nell'ambito dell'Unione Europea».
Certo è che adesso le cose si fanno sempre più difficili per il primo ministro, messo alle strette da un referendum sempre più vicino e ormai tanto inevitabile quanto incerto dal punto di vista del risultato visto che la nazione sembra tutt'ora spaccata in due, esattamente come i suoi ministri. Alcuni dei quali, come Theresa May, nel tentativo di soffiargli la leadership, non hanno esitato a dichiararsi apertamente a favore di un Inghilterra libera da restrizioni e fuori dall'Unione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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