Sono tanti, tantissimi, esasperati, disperati, sfiduciati. Un vero e proprio esercito, quello degli amici di Davide Fabbri, che ha deciso di boicottare le elezioni amministrative a Budrio per chiedere giustizia.
Il barista è stato ucciso la sera del primo aprile scorso nel suo locale, davanti agli occhi della moglie impotente, ma a due mesi dall'omicidio dell'assassino nessuna traccia, nonostante la caccia grossa di centinaia di carabinieri. Si sa tutto, che si chiama Norbert Feher alias Igor «il russo», che è serbo ed è ritenuto responsabile anche della morte di Valerio Verri, guardia ecologica volontaria e del ferimento del suo collega Marco Ravaglia, a otto chilometri da Portomaggiore, nel ferrarese. Ma, nonostante la pericolosità, è libero.
La sera della rapina Fabbri in un supremo gesto di coraggio gli aveva strappato il fucile e lo aveva colpito usandolo come una clava, ma «Igor», giacca mimetica e volto coperto da cappello e fazzoletto, aveva mostrato la sua freddezza, tirando fuori una pistola rubata pochi giorni prima e colpendolo con un solo proiettile al collo.
Fabbri avrebbe compiuto 53 anni in questi giorni e ora non c'è più. Ma i suoi amici stanno cercando di mantenere di lasciare i riflettori accesi, perché non calino gli sforzi delle forze dell'ordine per catturare il killer. E l'11 giugno lo vogliono fare annullando il voto, per protesta contro la politica, che «fa grandi promesse in campagna elettorale ma poi non mantiene».
«Alle amministrative di Budrio, dove si deve scegliere il sindaco, hanno intenzione di non votare il candidato ma di scrivere il nome di Davide Fabbri - racconta l'avvocato Giorgio Bacchelli, difensore della famiglia della vittima -. Una protesta, ferma e giustificata contro quella che è diventata quasi una telenovela. È un modo di mantenere viva l'attenzione su questa vicenda, per intensificare le ricerche del responsabile e avviare tutte le attività che possono essere promosse per ricordare Fabbri, bravissima persona, morta nel reagire giustamente a un sopruso e un illecito».
I suo concittadini hanno così stampato volantini e santini elettorali e invece del nome del candidato sindaco scriveranno quello dell'amico.
Per garantire il successo della protesta è già partito un passaparola tra le diverse frazioni del comune bolognese, con l'obiettivo di allargare l'iniziativa. «Il nostro sindaco l'11 giugno sarà Davide», ribadiscono in molti, raccontando di aver appeso il 21 aprile due striscioni contro il ministro dell'Interno Marco Minniti, in visita alla vedova, fatti rimuoverne qualche giorno fa dai vigili urbani, intervenuti su segnalazione dei carabinieri, ufficialmente solo per motivi di viabilità.
Ma gli amici del barista morto non si fermano. Vanno avanti fino a quando il caso non sarà risolto. E hanno costituito un'associazione, che si riunirà ogni giovedì pomeriggio al bar Gallo, per stare vicini alla vedova Maria Sirica.
«Lei ha espresso tristezza per questa vicenda e per il protrarsi di questa situazione di incertezza - ha raccontato l'avvocato Bacchelli -.
Nei prossimi giorni andrò a parlare con il sostituto procuratore Forte perché ho bisogno di alcuni ragguagli, perché mi metta in condizione di avere notizie più precise sui provvedimenti di espulsione nei confronti del ricercato e per vedere se ci sono delle responsabilità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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