Le "buone idee" di Tajani. "Arriveremo al 20 per cento"

Linea ferma del segretario: "Niente accordi con la Le Pen e con Afd. Non vogliamo salari minimi ma salari più alti"

Le "buone idee" di Tajani. "Arriveremo al 20 per cento"
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Partito in dissoluzione? «Siamo più vivi di quel che dice qualche giornale, non siamo preoccupati del nostro destino ma dei problemi dell'Italia. E in uno, due anni, arriveremo al 20 per cento, soltanto perchè abbiamo buone idee». Il nuovo corso di Antonio Tajani, segretario di una Forza Italia che sopravvive al suo fondatore, ha obiettivi ambiziosi e conta sulla ritrovata armonia interna.

Una rilevazione «Tecnè» lo colloca al secondo posto dopo Giorgia Meloni nel gradimento dei leader, con il 32%. E alla Convention azzurra, che si chiude dopo 3 giorni di dibattiti, confronti e programmi più che di nostalgico amarcord, è lui, il nuovo leader, a voler allargare il vertice e partire per la nuova avventura sulle orme di Silvio Berlusconi.

L'immagine finale è quella di un palco affollato, come mai ai tempi del Cavaliere. Affollato attorno a Tajani, con il maglioncino girocollo blu uguale a quello di Silvio. Affollato di fedelissimi, come il capogruppo alla Camera Paolo Barelli ma anche di chi guidava la fronda interna, come la presidente dei senatori, Licia Ronzulli, che in giacca rossa e una pesca in mano per criticare la sinistra che «parla solo di questo», fa un'appassionata dichiarazione di sostegno e di stima a Tajani. «Le elezioni europee segneranno lo spartiacque. In troppi scommettono contro di noi», dice. Intorno, tutti insieme a cantare l'inno di Fi, con la platea, ci sono Maurizio Gasparri, Fulvio Martusciello, Francesco Paolo Sisto, Giorgio Mulè, Claudio Lotito, Nazario Pagano Pace fatta? «Conviene a tutti no?», commenta un parlamentare di lungo corso.

Il segretario azzurro, nell'intervento di chiusura della kermesse, indica la strada. «Gli slogan senza idee non servono. Senza proposte, senza dibattiti, non servono. Dura un giorno lo slogan e poi è finito come un foglio di carta bruciato. Noi vogliamo costruire sul marmo il nostro progetto politico. In queste tre giornate abbiamo dimostrato che qui c'è la speranza, il futuro del Paese. Ci sono contenuti, non titoli o slogan...».

Lui, che è stato presidente dell'Europarlamento, amplifica l'appartenenza di Fi al Ppe. Arriva il videomessaggio del presidente dei popolari europei Manfred Weber. «Servono visione, coraggio e unità per proseguire la storia del Ppe. Dobbiamo lavorare in maniera unitaria per definire l'agenda in vista delle prossime elezioni al Parlamento europeo. Il successo della nostra famiglia politica è fondamentale per il progresso del disegno europeo e dello stile di vita europeo. Non ho dubbi che alle prossime elezioni potremo contare su Fi». Il giorno prima, in videocollegamento, anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si era rivolta ai partecipanti alla convention. «Quando parliamo delle frontiere esterne, deve passare il messaggio che l'Italia e gli altri Paesi dell'Europa meridionale non sono soli. L'immigrazione dovrebbe essere una priorità per l'Ue».

Tajani ribadisce ai giornalisti che «nessuno in Europa farebbe mai un accordo con AfD (l'estrema destra tedesca, ndr) e neanche con la francese Le Pen, io non condivido nulla di quello che dicono, noi siamo il Ppe e siamo diversi», quindi «l'alleanza ideale è quella che mi ha permesso di diventare presidente del Parlamento europeo, sconfiggendo il candidato socialista: liberali, popolari e conservatori».

Poi nel suo intervento si accalora, scatenando gli applausi, quando osserva: «Io mi indigno, mi vergogno, quando un partito scellerato, come AfD dice che i bambini disabili non devono stare in classe con gli altri bambini! Altro che politica della razza, i migliori non sono quelli con più muscoli ma quelli che danno più agli altri. Noi mettiamo al centro la dignità della persona, ecco perché siamo contro il reddito cittadinanza e non vogliamo un salario minimo ma un salario ricco».

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