"C'è l'allarme black bloc" Trieste, la grande paura: revocato il corteo no pass

Puzzer: "È una trappola, non venite". Rischio di infiltrazioni. Genova, via il presidio al porto

"C'è l'allarme black bloc" Trieste, la grande paura: revocato il corteo no pass

La protesta è cancellata, la paura no. Gli organizzatori del corteo dei No green pass che minacciava di portare oggi a Trieste 20mila persone, hanno fatto marcia indietro. Troppo concreto il rischio di infiltrazione di black bloc e quindi di scontri che avrebbero sporcato le ragioni (o i torti) di chi va in piazza. L'annuncio è arrivato attorno alle 18, poche ore dopo il via libera della questura e della prefettura. «Stanno venendo centinaia e centinaia di persone che vogliono rovinare il nostro obbiettivo. Non venite, rimanete a casa vostra. È una trappola grande e grossa, non ci caschiamo», urla Stefano Puzzer, capo del orordinamento della protesta, in un video sui social.

Una trappola, quindi. Pronta a scattare anche senza corteo «ufficiale» e a trasformare la giornata di oggi nel venerdì nera di quella che ormai è diventata la capitale italiana della protesta contro la presunta «dittatura sanitaria» e che è anche ormai la capitale italiana del Covid, con 139 contagi settimanali ogni 100mila abitanti (in Italia 32) e una percentuale di vaccinati del 66,51 (media nazionale 81,72). L'avvicinamento a Trieste andava avanti da diverse ore, in alcuni casi da giorni. E non è pensabile che chi intendeva nascondersi nelle pieghe della protesta con lo scopo di scatenare gazzarre e incidenti rinunci solo per un passo indietro dell'organizzazione. Anzi potrebbe anche essere agevolato dalla mancanza del servizio d'ordine degli organizzatori. Già da ieri le forze dell'ordine hanno istituito dei check point nei pressi dell'Obelisco Opicina e al bivio Miramare per controllare chi sta raggiungendo Trieste.

Per Trieste si aggirano numerosi agitatori, come Bianca Laura Granato, la parlamentare no pass di «Alternativa c'e» che nei giorni scorsi si era rifiutata di esibire il lasciapassare per accedere al Senato. Mine vaganti che rendono ancora più caotica una città piena zeppa di estremisti di destra e di sinistra, esponenti dei centri sociali, personaggi ingovernabili.

Del resto si arriva al giorno della verità con divisioni anche tra gli stessi contestatori. Ieri i portuali triestini avevano annunciato che avrebbero partecipato al corteo di oggi slegati da qualsiasi coordinamento. «Come portuali non ci defiliamo, come qualcuno ha detto - spiegano - ma continuiamo la protesta. Non vogliamo stare con nessun gruppo, non vogliamo rischiare di essere associati a violenze». Violenze che teme anche il nuovo-vecchio sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che ha annunciato in una nota che «nei confronti dei responsabili dei disordini in città di questi giorni procederà con ogni possibile azione a tutela dell'immagine della città di Trieste».

Ieri tensioni anche al porto di Genova, dove nel corso degli scontri che hanno contrassegnato lo sgombero del varco Etiopia bloccato dai No green pass,

un cittadino francese che è stato fermato e portato in Questura per avere opposto resistenza ai poliziotti. A Genova i portuali dell'Unione sindacale di base (Usb) hanno proclamato uno sciopero per il 25 e il 26 ottobre.

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