Caccia a 14 milioni di italiani. Quelli che non hanno in corpo nemmeno una goccia di vaccino. Una minoranza, certo, rispetto ai 34 milioni e passa di italiani totalmente immunizzati e ai 5 milioni e passa che sono nella terra di mezzo tra prima e seconda dose. Ma un diaframma importante per il raggiungimento dell'immunità di comunità, pari all'80 per cento (e quindi a 42.719.394 persone).
Facciamo il punto. Ieri sono stati toccati le 71.240.657 dosi somministrate, su un totale di 74.036.390 dosi ricevute dal nostro Paese, con una percentuale di somministrazione del 96,2 per cento, che ha il suo picco nella Lombardia (addirittura il 99,3 per cento di dosi inoculate) e il suo valore più basso nella provincia autonoma di Bolzano (89 per cento).
Le persone totalmente immunizzate sono 34.182.100, pari al 63,29 per cento della popolazione «over 12». Nell'ultima settimana secondo il report della presidenza del consiglio sono state somministrate 3.316.075 dosi, pari a una media giornaliera di 473.725. Le dosi ricevute negli ultimi sette giorni sono 2.700.165 (385.738 al giorno). I punti vaccinali sono 2.803 (il 25 febbraio erano 1.370. Nell'ultima settimana ne sono stati «battezzati» altri 22.
Interessante l'analisi dei dati su base anagrafica. Se si considerano le persone con più di 80 anni (che sono 4.554.107), scopriamo che mancano all'appello 298.591 anziani, ovvero la popolazione più fragile, il 6,56 per cento del totale. Persone che probabilmente per la gran parte sono No Vax convinti (magari condizionati da figli talebani), ma anche persone isolate, spaventate, emarginate, che andrebbero assolutamente tutelate perché, come dimostrano le ricerche, anche se la maggior parte dei contagiati è costituita da giovani, sono invece i nostri nonni a finire in terapia intensiva o a morire. Ancora più a rischio sono i novantenni non raggiunti dalla vaccinazione (14.633). Tra le regioni più indietro nella protezione delle persone di età più avanzata ci sono la Sicilia (21,02 di over 80 senza nemmeno una dose fatta), la Calabria (20,31 per cento) e l'Abruzzo (17,35). Quasi a quota cento invece il Veneto (manca all'appello solo lo 0,67 per cento degli ultraottantenni), l'Emilia-Romagna (1,17)la toscana (1,23) e la provincia autonoma di Trento (1,70).
Passiamo ai settantenni, altra categoria a rischio. Ci sono 657.727 persone in questa fascia di età non ancora sfiorati dal vaccino, pari al 10,93 per cento del totale. Si va dal 19,71 per cento della Sicilia, dal 17,79 della Calabria, dal 16,14 della provincia autonoma di Bolzano al 4,86 della Puglia e al 6,83 della Basilicata. Anche in questo caso si tratta di persone che, avendo potuto beneficiare della corsi preferenziale, sono No vax convinti. Anche perché gli anziani sono meno sensibili alle sirene del green pass. E i sessantenni? Mancano 1.212.413 persone, il 16,05 per cento del totale (il 24,25 in Sicilia, l'8,69 della Puglia). Quanto ai cinquantenni, 2.257.514 sono tabula rasa per i vaccini (il 23,39 per cento del totale, con un picco del 30,53 in Sicilia e un picco negativo del 18,21 in Puglia. E i giovanissimi? Mancano1.061.931 ragazzi tra i 16 e i 19 anni (il 45,73 per cento del totale) e 1.772.480 tra 12 e 15 anni (76,88). Ma loro sono stati frenati dalle tempistiche e probabilmente per la gran parte provvederanno.
Quanto alle categorie protette, secondo i conti del ministero manca il
14,87 per cento del personale scolastico (pari a 217.870 persone), l'1,95 del personale medico (38.166 persone) e lo 0,21 per cento degli ospiti delle Rsa (844 persone). Numeri che devono arrivare allo zero al più presto.
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