“È il minimo che si possa fare”. Il filosofo Massimo Cacciari non ha dubbi: l’idea di aumentare la tassa di successione su eredità e donazioni, lanciata dal segretario Pd Letta e subito osteggiata da tutto il centrodestra, è “una proposta ragionevole che condivido in toto”.
Ma le sembra il momento? Anche Draghi ha detto: non adesso…
“Sì, se non è questo il momento, quando allora? Viviamo in un paese strano. In altri Stati come il Giappone, ci sono tasse di successione pesantissime e non sono certo dei comunisti”.
Però dopo una crisi sanitaria ed economica di queste dimensioni…
“Ma guardi che stiamo parlando di un aumento delle tasse per l’1% della popolazione, quello più ricco, che ha patrimoni sopra i 5 milioni di euro”.
A chi gioverebbe questa riforma?
“È una manovra di un’equità sociale evidente. Servirebbe a finanziare i più giovani, molti dei quali saranno precari per molto tempo e avranno difficoltà a trovare lavoro. E poi sa una cosa…”.
Cosa?
“A un certo punto dovremo pure affrontare il debito incredibile che abbiamoa accumulato in questi mesi. Speriamo che Draghi riesca a gestire la situazione nel modo più indolore possibile, ma qualche manovra in casa dovremo pure riuscire a farla e questa, assieme alle riaperture, mi sembra un buon punto di partenza”.
È contento che il Paese finalmente stia riaprendo?
“Beh, non potevamo mica restare chiusi in casa a vita. Mi pare evidente…”.
Si è aspettato troppo?
“L’importante adesso è tornare alla normalità. Ma d'altronde con le vaccinazioni che corrono non si poteva di certo aspettare altro tempo”.
Qualcuno un mese fa aveva parlato addirittura di rischio calcolato male…
“E
invece è un rischio calcolato benissimo. Ma le riaperture da sole non basteranno. Servono riforme strutturali che diano voce agli ultimi e questa proposta sull’aumento della tassa di successione è davvero il minimo sindacale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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