Cacciari: "Salvini può stravincere dopo le elezioni in Emilia-Romagna. Il Pd è in stato confusionale"

Il filosofo spiega che in caso di sconfitta alle Regionali, il Pd andrebbe in un totale subbuglio e non potrebbe rimanere al governo. E sottolinea che "i giallorossi dovrebbero allora prendere atto che il loro esecutivo è sempre meno rappresentativo delle tendenze del Paese"

Cacciari: "Salvini può stravincere dopo le elezioni in Emilia-Romagna. Il Pd è in stato confusionale"

Dice che ora Matteo Salvini rischia di stravincere dopo le elezioni in Emilia-Romagna e che “il Partito democratico è in stato confusionale”. Massimo Cacciari ha le idee chiare sull'attuale scenario politico.

In un’intervista a Libero, il filosofo sostiene che l’alleanza giallorossa è un accordo creato sulla base di qualche compromesso e dice che sarebbe stato meglio affrontare il leader della Lega apertamente. Secondo Cacciari, il Pd e il Movimento 5 Stelle avrebbero potuto fare una campagna elettorale molto dura contro Salvini, recuperando i voti persi alle elezioni Europee. “In quel caso Salvini avrebbe vinto ma non stravinto - spiega l’ex sindaco di Venezia - come invece rischia di fare ora, dopo le elezioni in Emilia Romagna”. A proposito delle Regionali in Emilia-Romagna, il filosofo sottolinea che, dopo una eventuale sconfitta, il Pd “andrebbe in confusione totale e non potrebbe resistere al governo. I giallorossi dovrebbero allora prendere atto che il loro esecutivo è sempre meno rappresentativo delle tendenze del Paese”.

Cacciari sostiene che in Umbria sono stati commessi degli errori madornali. Secondo l’ex deputato, prima di tutto perché era una cosa ovvia che l’accordo Pd-5 Stelle non potesse funzionare in quella regione e poi perché queste elezioni non dovevano essere caricate di un significato politico nazionale.

Sul Pd, Cacciari è convinto che abbia la necessità di creare una classe dirigente nuova e competente, in cui ognuno si occupi di un settore specifico. Allo stesso tempo il partito ha bisogno di diventare una struttura federale, “attingendo le risorse migliori dagli amministratori locali - precisa il filosofo - e non più da un gruppo asserragliato a Roma che ricorre alla cooptazione per designare i candidati. Solo così smetterebbe di perdere nei collegi, come capita alla sinistra ormai da 15 anni". L’ex sindaco di Venezia dice di non vedere “giganti” nel Pd in grado di attuare questo cambiamento, perché ad esempio Zingaretti è uomo dotato di buonsenso e di competenza ma “come principe assoluto non funzionerà mai”. E aggiunge che tutti gli altri candidati non hanno un curriculum adeguato.

Infine, il filosofo è convinto che Matteo Renzi cerchi in ogni modo di evitare le elezioni e di logorare il governo dall'interno per

arrivare all'elezione del presidente della Repubblica. "Cosa sensata - conclude Cacciari -, a condizione che si scelga una persona dotata di lustro internazionale. Penso, ad esempio, a Mario Draghi".

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