«Io non ho mai detto che non avrei fatto un governo con Renzi, quelli i Cinque stelle hanno detto non faremo mai un governo con quelli che rubano i bambini e un mese dopo stavano al governo con loro», dice Carlo Calenda martedì sera a Cartabianca su Rai3. E vaglielo a spiegare a Luisella Costamagna. Che infatti insiste e infierisce sul leader del terzo polo, forse colpevole di aver stracciato l'accordo con il Pd di Enrico Letta e prima di aver vanificato il campo largo con il M5s. L'ex ministro dello Sviluppo economico cerca di spiegare che la sua posizione sulle consulenze saudite dell'alleato Matteo Renzi è sempre la stessa. Che lui è «disposto domani mattina a votare una legge che lo vieti». Costamagna lo guarda e dispensa risatine. Scandisce con un «eh» svogliato e sarcastico le argomentazioni di Calenda. Spalleggiata da Bianca Berlinguer, va all'attacco. «Lei ha detto non farò mai politica con Renzi e sta alleato con Renzi, ha detto è un avversario, ha detto che è un businessman». «Mi faccia rispondere su Renzi», prova a interromperla. Lei va avanti come un treno: «Voi proponete l'agenda Draghi, il metodo Draghi che non ho ben capito in cosa consiste, volete tenere Draghi a Palazzo Chigi, Draghi lo sa o è a sua insaputa?». Segue un nuovo mezzo sorriso al veleno, quasi a provocare l'interlocutore.
Il capo di Azione, infatti, ci casca con tutte le scarpe. «Questa non è una domanda, è un'aggressione», ribatte. Benvenuto Calenda. Uscito, momentaneamente, dalla squadra della sinistra, l'ex ministro scopre il metodo-Santoro.
Che è Michele, anchorman d'assalto della stagione dell'antiberlusconismo militante. Maestro e talent scout della Costamagna. Moby Dick, Il raggio verde, Sciuscià, Annozero, Servizio pubblico. La giornalista torinese ha collaborato praticamente con tutti i programmi di Santoro. Con una parentesi con Riccardo Iacona e articoli sul Fatto quotidiano di Marco Travaglio. Ma anche, più di recente, con ospitate da Mario Giordano e pezzi su La Verità. Sempre ficcante, soprattutto con chi non la pensa come lei. Tanto che il sodalizio con Santoro termina nel 2013. Con Costamagna che lascia intendere che non le era stato permesso di essere abbastanza aggressiva nei confronti di Silvio Berlusconi durante la celeberrima puntata in cui il leader di Forza Italia spazzolò la sedia di Travaglio, prima delle elezioni politiche di nove anni fa. Più santoriana di Santoro.
Un metodo collaudato in anni di anti-berlusconismo, perfezionato con l'anti-salvinismo, integrato con l'anti-melonismo. E ora anche il terzo polo scopre il randello televisivo. «Sapevo cosa sarebbe successo. Costamagna e Berlinguer sono abbastanza prevedibili e la trasmissione è quello che è, da Corona in poi. Importante parlare con gli ascoltatori, spiegando le cose con calma. Il resto è rumoroso varietà», twitta Calenda, pressato dai suoi fan che stigmatizzano l'atteggiamento di Costamagna.
Tra i compagni di partito di Calenda c'è n'è una che la pratica la conosce molto bene: Mara Carfagna. Nel 2012 l'allora ministra uscente per le Pari ppportunità, giovane esponente del Pdl, fu intervistata dalla giornalistache martedì ha incalzato il fondatore di Azione. Carfagna dovette darsi un gran da fare per parare una gragnuola di colpi sul suo passato da soubrette, sulle foto sexy, «la passione di Berlusconi» per lei...
Il leader terzopolista su un ring da Seconda
Repubblica. Anche se i tempi sembrano cambiati perfino per Santoro stesso. Che un anno fa ha ammesso: «La statura politica di Berlusconi è fuori discussione». Ora resta la sfida, meno appassionante, tra Calenda e Costamagna.
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