Calo (apparente) dei contagi. Decessi record dal 20 aprile

I casi scendono a 4.619, ma con soli 85.442 tamponi. Indice di positività al 5,41%, 39 morti in un giorno

Calo (apparente) dei contagi. Decessi record dal 20 aprile

La solita tregua del lunedì rende interlocutori i dati sulla diffusione del Covid di ieri, che però sono solo apparentemente bonari. I contagi scendono sotto quota 5mila e si fermano a 4.619 ma scende sensibilmente anche il numero dei tamponi messi a referto, che passano dai 104.658 di domenica a 85.442. Una cosa normale visto che i dati del lunedì ricalcano essenzialmente gli accadimenti della domenica, giorno in cui si fanno meno tamponi «burocratici» e più tamponi emergenziali, tendezialmente a maggiore rischio positività. E infatti l'indice di positività, che si calcola «pesando» i positivi rispetto al numero dei tamponi effettuati, sale dal 5,21 per cento di domenica al 5,41.

I casi totali salgono a 359.569. Gli attuali positivi sono 82.764, dei quali 77.491 sono con pochi o senza sintomi e quindi in isolamento domestico. I ricoverati passano da 4.939 a 5.273, aumentando di 334 unità. Crescono di 302 unità i ricoverati con sintomi in reparti ospedalieri normali, mentre i ricoverati in terapia intensiva crescono di 32 unità, passando da 420 a 452.

Vediamo la distribuzione geografica dei nuovi contagi, e il relativo indice di positività. La Lombardia è sempre in testa con 696 nuovi casi, a fronte di 13.934 e un indice di positività del 4,99 per cento, quindi sotto la media nazionale. È invece molto alto (8,94) l'IP della Campania, seconda per numero di nuovi casi (662) ma con soli 7.405 test. Le altre regioni sopra quota cento sono Toscana (466 casi su 8.958 tamponi, IP 5,20), Piemonte (454 casi su 6.386 tamponi, IP 7,11), Lazio (395 casi su 13.830 tamponi, IP 2,86), Emilia-Romagna (337 casi su 6.660 tamponi, IP 5,06), Veneto (328 casi su 6.348 tamponi, IP 5,17), Sicilia (298 casi su 3.892 tamponi, IP 7,66), Liguria (186 casi su 1.570 tamponi, IP 11,85), Puglia (157 casi su 2.433 tamponi, IP 6,45), Umbria (148 casi su 4.509 tamponi, IP 3,28), Sardegna (129 casi su 1.578 tamponi, IP 8,17) e Abruzzo (117 casi su 2.227 tamponi, IP 5,25).

In lieve aumento anche il numero di morti, ieri 39. Si tratta dell'aumento più alto dal 20 giugno, quando erano stati 49. Il totale dei morti è a questo punto di 36.205. La regione in cui se ne sono contati di più è il Lazio (8), seguito da Toscana e Puglia (6 ciascuna), Lombardia, Piemonte e Sicilia (3 ciascuna), Liguria e Umbria (2 ciascuna), Emilia-Romagna, Veneto, provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Sardegna e Calabria (1 ciascuna).

Tra le strategie per affrontare il Covid si è parlato anche da noi della cosiddetta immunità di gregge, ovvero far circolare liberamente il virus per immunizzare il maggior numero di persone. Ieri l'Organizzazione mondiale della sanità ha però drasticamente bocciato questo approccio «liberista».

«Mai nella storia della salute pubblica l'immunità di gregge è stata utilizzata come strategia per rispondere a un'epidemia, per non parlare di una pandemia - ha detto il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un briefing a Ginevra -. Consentire a un virus pericoloso che non conosciamo pienamente di circolare liberamente è semplicemente immorale. Non è un'opzione».

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