Carola pronta a tornare in mare: sogna già un altro blitz in porto

Dopo il ritorno in mare della Sea Watch 3, l'ex capitana della nave dell'Ong tedesca è tornata ad intervenire nel dibattito sull'immigrazione sui social: "Ricollocare urgentemente i migranti in Libia in Europa"

Carola pronta a tornare in mare: sogna già un altro blitz in porto

Forte del ritorno in mare della “sua” Sea Watch 3, la nave che ha comandato nel giugno scorso e con la quale ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza per entrare nel porto di Lampedusa, adesso Carola Rackete ha fatto sapere di essere pronta a tornare essa stessa in mare.

"Sono ancora nella lista dei contatti di Sea Watch, che viene consultata in caso di emergenza", ha dichiarato la ragazza tedesca al quotidiano tedesco Die Welt. Dunque in futuro, forse già in estate, si potrebbe rivedere la Rackete al timone della nave dell'Ong tedesca. Lì dove si trovava, come detto prima, quando a giugno ha forzato il blocco dinnanzi le coste lampedusane. Per quell'episodio, la ragazza tedesca è indagata dalla procura di Agrigento, la quale proprio nei giorni scorsi ha chiesto sei mesi di proroga per proseguire l’inchiesta.

Tuttavia, al momento un ritorno a bordo della Sea Watch 3 non è in programma: "Potrei tornare in estate - ha dichiarato Carola Rackete - Ma al momento non è previsto".

La capitana tedesca intato, nelle scorse ore è tornata a farsi sentire su Twitter una dichiarazione rivolta alla Commissione Europea, in cui viene chiesto di avviare al più presto un piano di ricollocamenti urgente per i migranti presenti in Libia.

“Cara commissione europea – scrive Carola Rackete sul proprio profilo social, rilanciando un post dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati – anche l'Oim chiede di non sbarcare nessuno salvato in mare in Libia dal momento che il porto è stato recentemente bombardato. È tempo di provvedere a un piano di ricollocazione urgente e risolvere questo pasticcio in cui sei complice finanziando la cosiddetta guardia costiera”.

Il riferimento è per l’appunto alla presa di posizione dell’Oim, la quale ha chiesto alla comunità internazionale di farsi carico della situazione dei migranti in Libia e di evitare che essi vengano riportati nel paese nordafricano. Un appello, quello lanciato dall’Oim, successivo al bombardamento del porto di Tripoli operato martedì pomeriggio da parte delle forze del generale Haftar.

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, in particolare, sarebbero 1.700 i migranti recuperati dalla Guardia Costiera libica dall’inizio dell’anno, di questi circa 200 sono stati riportati nel porto di Tripoli poche ore dopo l’attacco contro lo scalo della capitale libica. Da qui l’appello sottoscritto in primo luogo da Federico Soda, capo missione in Libia dell’Oim.

Dal canto suo, Carola Rackete ha subito rilanciato puntando il dito, come si può evincere dalle dichiarazioni riportate sopra, contro la Commissione Europea. Secondo la ragazza tedesca, dovrebbero essere prese immediatamente iniziative volte a portare nel vecchio continente i migranti presenti in Libia. Sarebbe questa, per l’ex capitana della Sea Watch 3, l’unica soluzione volta a risolvere il problema causato anche, sempre secondo la ragazza tedesca, dall’appoggio dato dall’Europa alla Guardia Costiera libica.

Quelle della Rackete, a cui dopo l’episodio di giugno sono stati concessi palcoscenici

mediatici in Italia ed in Europa, come dimostra il suo intervento al parlamento europeo tenuto ad ottobre, sono le prime dichiarazioni da quando la Sea Watch 3 è tornata in mare. La nave proprio nelle scorse ore ha effettuato la sua prima missione dopo più di sei mesi ed ha a bordo adesso 121 migranti.

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