Colpo di scena nel processo per i presunti affidi illeciti di bambini strappati ai genitori a Bibbiano, comune in provincia di Reggio Emilia. La Corte d'Appello di Bologna ha ribaltato la sentenza per Claudio Foti, lo psicoterapeuta fondatore della onlus Hansel & Gretel coinvolto nell'inchiesta «Angeli e Demoni» , assolvendolo da tutte le accuse: per non aver commesso il fatto dall'abuso di ufficio e perché il fatto non sussiste dal reato di lesioni dolose gravi. Confermata anche l'assoluzione dall'accusa di frode processuale. In primo grado a Reggio Emilia Foti era stato condannato a quattro anni di carcere.
Immediato il sollievo dello psicoterapeuta, secondo il quale «hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto, si è incrinato il teorema accusatorio». Foti era stato processato con il rito abbreviato ed era considerato una figura chiave dell'inchiesta della Procura di Reggio Emilia. «Foti è stato riscattato di quattro anni di umiliazione e persecuzioni come uomo e come psicoterapeuta», ha commentato l'avvocato Luca Bauccio.
La procura generale di Bologna, per voce di Lucian Mosti, ha annunciato che «leggerà le motivazioni della sentenza e all'esito valuterà se sussistono spazi per un ricorso in Cassazione. Sottolineo la piena sinergia tra la Procura di Reggio Emilia e la Procura generale. Ho applicato convintamente la dottoressa Valentina Salvi all'ufficio». L'accusa in secondo grado è stata condotta dal sostituto pg Massimiliano Rossi e dal pm Valentina Salvi.
Il caso Bibbiano esplose nel giugno 2019, quando emersero presunti illeciti nella gestione dell'affidamento di minori nel comune emiliano (amministrato da un sindaco del Pd) e nella Val d'Enza reggiana. La mattina del 27 giugno di quattro anni fa sedici fra amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti furono raggiunti da misure cautelari dopo indagini che erano partite un anno prima in seguito alla mole sospetta di denunce per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze ai danni di minori da parte dei servizi sociali dell'Unione Val d'Enza, un consorzio di sette comuni emiliani di cui fa parte anche Bibbiano.
Secondo la Procura di Reggio Emilia, le persone coinvolte avrebbero agito a vario titolo per togliere i bambini alle loro famiglie per affidarli ad amici o conoscenti attraverso relazioni sospette volte a dimostrare che i bambini coinvolti avessero subito abusi e giustificare così il loro affidamento ad altri nuclei familiari.
I minori venivano poi seguiti a Bibbiano, in una struttura pubblica per minori vittime di violenza denominata «La Cura» e data in gestione alla onlus Hansel&Gretel dello stesso Foti, con sedute pagate dai comuni anche fino a 130 euro l'ora, nonostante la Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio. La prima sentenza risale all'11 novembre 2021 con la condanna con rito abbreviato per Claudio Foti e l'assoluzione dell'assistente sociale Beatrice Benati.
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