Giovane mamma, entusiasta della vita, fisicamente forte, morta per Covid.
Dietro ogni vittima del coronavirus c'è un volto, una storia e spesso una resa davanti a questo mostro letale, anche quando non si avevano altri problemi fisici. Chiara Cringolo, 21 anni, di Romano Canavese in provincia di Tornino, mamma di un bimbo di tredici mesi, nei giorni scorsi è morta a causa di complicazioni legate al Covid-19. «Non aveva patologie, nessun problema al cuore, era un po' robustina ma stava bene - raccontano tra le lacrime i suoi genitori -. Non riusciamo a capire come sia successo. Anche noi siamo positivi: rischiamo di non poter dare neanche l'ultimo saluto a nostra figlia».
La giovane donna aveva tosse, febbre, i sintomi tipici collegati al virus. Ma era anche giovane e forte e soprattutto determinata a salvarsi, visto che aveva un figlio di 13 mesi. Tutto è cominciato lo scorso 21 ottobre, quando è arrivata la conferma della positività al Covid. «All'inizio aveva un po' di tosse e qualche linea di febbre» dice la mamma Barbara. Il giorno dopo ha telefonato proprio a sua madre, dicendo che non riusciva a respirare, ed è stata accompagnata al pronto soccorso di Ivrea. «Era il 20 ottobre, il tampone era positivo e da allora non l'abbiamo più vista», spiegano i genitori.
Le cose, infatti, sono precipitate rapidamente. Dopo il ricovero in terapia intensiva alle Molinette di Torino, la situazione sembrava essere migliorata. Ma poi ci si è messa la polmonite bilaterale provocata dal virus, che arriva spesso a dare il colpo di grazia a questi pazienti.
Anche i genitori di Chiara sono risultati positivi e ora sono in attesa del risultato di un altro tampone. Se non sarà negativo, non potranno partecipare al funerale della figlia. Sgomenta la comunità di Romano Canavese.
«Purtroppo questa morte testimonia che il virus è letale non solo per una certa fascia di popolazione, ma può coinvolgere ciascuno di noi a qualsiasi età - dichiara il sindaco, Oscarino Ferrero, che invita i concittadini ad agire nel rispetto delle regole -. Le conseguenze di questa pandemia ci possono toccare da vicino e con grande dolore».
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