"Ci sparano contro ma non ce ne andremo. Se messi in pericolo sapremo rispondere"

Il generale alla guida del contingente italiano in Libano: "Massima attenzione, l'Idf viola le risoluzioni delle Nazioni Unite. La missione sostiene le forze armate di Beirut e i civili"

"Ci sparano contro ma non ce ne andremo. Se messi in pericolo sapremo rispondere"
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Impossibile raggiungerlo via terra nella base di Shama sulle colline del Libano meridionale, che dominano Tiro, a pochi chilometri da Israele. L'alternativa è Skype con il generale Stefano Messina, alla guida del contingente italiano in Libano, che si collega all'esterno del comando del settore ovest della missione Unifil. I caschi blu sono fra due fuochi: Hezbollah da una parte ed esercito israeliano dall'altra.

Generale com'è la situazione a Shama e negli avamposti presidiati dai caschi blu italiani?

«La situazione, in tutte le basi dove si trova il personale italiano vive un momento di massima attenzione. Ci sono delle operazioni militari in corso, di una certa intensità, che durano praticamente H 24, notte e giorno».

Siete in mezzo alla battaglia?

«Vicino a noi si svolgono attività cinetiche di una certa intensità sia per aria, che per terra e recentemente anche sul mare».

Gli israeliani perché ci sparano addosso?

«Questi errori accidentali, se di errori si tratta, sono possibili, ma assolutamente da evitare perché mettono a rischio l'incolumità del personale, che al momento è nelle postazioni ed in grado di rispondere in sicurezza alle minacce in atto»

Qual è il morale dei caschi blu italiani?

«Il morale dei soldati e soldatesse presenti in Libano è alto. I nostri militari sono tutti professionisti e preparati con esperienze di altri teatri di operazione».

Cosa vuole dire alle famiglie dei suoi uomini?

«Continuate a supportarci come state facendo. Noi rimaniamo qui a rappresentare l'Italia e la comunità internazionale. Abbiamo bisogno dell'appoggio della famiglie e del Paese».

Sono state sparate cannonate e sganciate bombe d'aereo anche a meno di 200 metri dalla base di Shama. Può farci un esempio di cosa sta accadendo?

«Le operazioni in corso da parte dell'Idf (forze di Difesa israeliane, ndr) sono multi dominio oltre che nell'aria, sul territorio e sul mare si espandono nel campo cyber. Stanno svolgendo questa operazione in maniera costante e con un'intensità notevole. Tutte violazioni della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, che impone il cessate il fuoco da entrambe le parti».

È vero che Hezbollah lancia i razzi o si nasconde vicino alle basi della missione Onu?

«Hezbollah è presente sul territorio in quanto, oltre ad essere una milizia, è anche un partito politico. L'Idf cerca di ridurre o eliminare la presenza di Hezbollah».

Ci sono molte critiche sulla missione che non è riuscita a fare rispettare la risoluzione dell'Onu, che imponeva nessuna forza armata a Sud del fiume Litani se non l'esercito libanese ed i caschi blu. Come risponde?

«Rispondo che l'Italia come tutti i paesi contributori, che sono oltre 49, svolge le attività previste dal mandato delle Nazioni Unite. Noi monitoriamo la Blue line (confine non riconosciuto fra Israele e Libano, ndr) e riportiamo le violazioni come continuiamo a fare in questo momento anche se con difficoltà. Supportiamo le forze armate libanesi nel controllo del territorio e sosteniamo la popolazione civile. I tre pilastri di Unifil e questo continueremo a fare».

In patria molti si chiedono se una cannonata o un razzo colpisse la base italiana ferendo dei soldati come reagireste?

«Le regole d'ingaggio sono quelle previste dalla missione internazionale e approvata dal Paese e dalle Nazioni Unite. L'autodifesa del personale è sempre prevista in caso di imminente pericolo».

Al momento è previsto un ritiro oppure no?

«In questo momento non è previsto alcun ritiro. Il ministro della Difesa è stato chiaro. Noi siamo qui fino a quando l'Onu ci chiederà di rimanere nel Libano meridionale. I piani di contingenza (per l'evacuazione, ndr) esistono perché dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza».

Dall'Italia sentite vicine le istituzioni?

«Le posso garantire che le massime autorità politiche e militari continuano a sostenerci e siamo in contatto costante. Ricevo messaggi da tutte le parti. Devo dire che il contingente sente il supporto del Paese in questo momento così importante».

Possibile attacco israeliano all'Iran, escalation in Libano. Cosa si aspetta nelle prossime ore o giorni?

«Se lo sapessi sarei fortunato. Siamo concentrati su quello che accade in Libano e negli altri teatri, se eventualmente impatta su questo Paese».

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difficile?

«Noi siamo gli occhi e le orecchie della comunità internazionale e continueremo ad esserlo, con orgoglio e determinazione, fino a quando verrà richiesto dal Paese e dalle Nazioni Unite. L'Italia non teme nessuno».

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