Congedi limitati. Massima efficienza degli arsenali. Reparti pronti all'intervento. L'esercito italiano si schiera e si prepara al peggio. Non è una dichiarazione di guerra, ci mancherebbe, e nemmeno una mobilitazione, ma le Forze armate mettono nero su bianco, in una circolare, la guerra in corso in Ucraina, ormai ai confini della Nato. E dunque rompono la normalità, alzando in qualche modo il livello di allerta.
Dunque, tanto per cominciare, ecco il freno sui congedi anticipati: «In un momento caratterizzato dall'intensificarsi delle tensioni geopolitiche, dev'essere effettuato ogni possibile sforzo affinché le capacità pregiate possano essere disponibili».
Così il testo firmato dal generale di brigata Bruno Pisciotta, capo ufficio del capo di stato maggiore dell'Esercito. «Tutte le attività addestrative - prosegue la nota - anche quelle dei minori livelli ordinativi, devono essere orientate al warfighting e ciascun reggimento di artiglieria deve essere addestrato ad operare sia nel ruolo di supporto diretto che in quello di supporto generale».
E ancora, prosegue l'alto ufficiale con linguaggio militaresco, «tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100 per cento con personale ready to move, senza vincoli di impiego operativo».
Insomma, si capisce che i generali vogliono lanciare un segnale netto: la situazione internazionale è precipitata, di fatto contro tutte le previsioni, bombardamenti e battaglie riempiono il cielo della quotidianità. Nessuno è in grado di sapere come evolverà il conflitto: tutti sperano naturalmente che una qualche tregua metta fine a questa strage insensata, ma intanto occorre prendere in considerazione tutti gli scenari, anche quelli apocalittici. I missili a pochi chilometri dalla frontiera polacca sono un avvertimento del regime russo alla coalizione occidentale e una specie di anticipo di quel che potrebbe succedere.
Meglio attrezzarsi e adeguarsi con prudenza e buonsenso al contesto scuro come la notte. «Il nostro esercito - tuona Rifondazione Comunista che ha diffuso il documento - si prepara a combattere. Ed è gravissima la circolare del 9 marzo: è la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte cobelligerante del conflitto in corso».
Per la sinistra radicale l'Italia dovrebbe tenersi alla larga dalla mischia mortale di Kiev e non dovrebbe schierarsi, mandando le armi come tutti i nostri partner, alla resistenza ucraina. «I cittadini - va avanti il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo - sono tenuti all'oscuro di come il governo ci stia sciaguratamente trascinando in una guerra i cui sviluppi, se si continua su questa strada, saranno devastanti. Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent'anni non ha mai visto una circolare dello stato maggiore dell'Esercito di questo tenore».
I vertici militari provano a sdrammatizzare e parlano di un testo «ad esclusivo uso interno di carattere routinario. Trattasi di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti».
E peró la stretta c'è tutta. E Pisciotta chiede, fra l'altro, di «provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri (con focus sulle piattaforme dotate di sistemi di autodifesa) e i sistemi d'arma dell' artiglieria».
Nessuno vuole farsi prendere in contropiede, mentre il contesto europeo è un risiko impazzito. E agli attacchi sul campo si sommano le voci e le indiscrezioni che naturalmente nessuno è in grado di verificare. Così Vladimir Osechkin, attivista dei diritti umani in esilio, dà voce ad una presunta talpa dei Servizi russi che svela ii possibili piani del Cremlino, disegnando un quadro spaventoso: la Terza guerra mondiale non é alle porte ma sarebbe addirittura già iniziata e Mosca si appresterebbe a lanciare missili contro alcuni paesi della Nato, a partire dalla Polonia e dalle repubbliche baltiche. Un'escalation incontrollabile o quasi, perché la Russia farebbe salire il livello dello scontro se non dovessero essere revocate le sanzioni che stanno spingendo Mosca nel baratro di una crisi economica devastante.
Le previsioni sono contenute in una lettera che la gola profonda dell' Fsb, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa, ha inviato a Osechkin. Mosca dunque non avrebbe alcuna intenzione di abbandonare il campo di battaglia dove i russi sono in grande difficoltà, alle porte di Kiev.
Anzi, secondo lo 007 siamo alla vigilia di una fase due e di un nuovo discorso di Putin che pretenderebbe dall'Occidente l'eliminazione delle sanzioni e poi, in caso di rifiuto, scatenerebbe l'attacco alla Nato. Chissà se la missiva è fondata o è un bluff per saggiare la reazione dell'Europa.Certo, nelle nostre caserme il tempo della pace è finito.
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