Berlino. Negli anni della Junta (1976-1983), la dittatura militare in Argentina, comandava un'unità della Marina in rada a Mar del Plata. Oggi è un tranquillo pensionato residente a Friedrichshain, quartiere orientale di Berlino Est fra i più in voga fra i giovani. Luis Esteban Kyburg è ricercato dalla giustizia del suo paese che gli attribuisce la responsabilità per 152 omicidi commessi negli anni più bui della storia dell'Argentina. Contro di lui è stato spiccato un ordine di cattura internazionale nel 2012. Eppure Berlino nel 2015 ha respinto la richiesta di Buenos Aires di estradare il sospettato: l'ex comandante ha il passaporto tedesco. Lui stesso è il discendente di emigrati dalla Germania, paese che non estrada i propri cittadini affinché siano processati in Paesi terzi. In un paradossale contrappasso della storia, oggi la Germania sembra dunque restituire il «favore» all'Argentina: nell'immediato Dopoguerra il paese sudamericano accolse migliaia di tedeschi in fuga dando anche protezione a criminali nazisti, fra i quali alcuni pezzi da novanta come Josef Mengele e Adolf Eichmann. Le accuse contro Kyburg sono pesantissime: il comandante era responsabile del centro clandestino di detenzione di Mar del Plata, dove migliaia di persone sgradite al regime furono torturate, violentate, uccise e fatte sparire per sempre. Avrebbe partecipato agli squadroni della morte che giustiziavano oppositori e critici della dittatura.
È stata la Bild a riaccendere i riflettori sulla storia di Kyburg, scovando l'ex comandante a passeggio nella capitale tedesca assieme alla moglie. Il tabloid lo ha tallonato chiedendogli delle responsabilità a lui addebitate: «Le accuse sono false. Aspetto un tribunale in Germania, non in Argentina. Io sono innocente e sono sereno», ha affermato, evitando tuttavia di rispondere ad altre domande. Tornando alle radici tedesche della sua famiglia, Kyburg ha dunque frapposto un oceano e un ostacolo legale fra sé e la giustizia. Dall'Argentina, tuttavia, qualcuno si è mosso per mettere fine a questa impasse: si chiama Anahí Marocchi e chiede giustizia per suo fratello Omar, desaparecido nel 1976 a Mar del Plata assieme alla sua compagna Susana Valor. La donna era incinta di tre mesi. Nel 2018, la signora Marocchi ha presentato una denuncia contro Kyburg davanti alle autorità tedesche. «Spero che le autorità tedesche si occupino di fargli affrontare la condanna che gli spetta per legge», ha affermato. Da Berlino, il Centro europeo per i diritti costituzionali e umani (Ecchr) ha fatto propria la battaglia della famiglia Marocchi.
«La Germania non può diventare un rifugio per i criminali della dittatura militare in Argentina», ha dichiarato il segretario generale dell'Ecchr, Wolfgang Kaleck, sollecitando i magistrati tedeschi a procedere contro un uomo «che in Argentina sarebbe già in carcere» e che ha commesso crimini contro l'umanità. Si calcola che negli anni della Junta almeno 30mila persone siano state fatte sparire, molte lanciate vive da aerei militari che sorvolavano il mare aperto.
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