Il colpo di spugna del gip su Carola rafforza gli ultrà dell'immigrazione

La decisione del gip Vella è una resa alla pirateria, un assist alle ong che sono tornate in mare. Esultano i buonisti e gli scafisti

Il colpo di spugna del gip su Carola rafforza gli ultrà dell'immigrazione

È la resa alla pirateria, alle ong che favoriscono l'immigrazione clandestina, ai comandanti disobbedienti che calpestano le nostre leggi. Il gip Alessandra Vella ha rimesso in libertà Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 che ha forzato il blocco dei porti italiani per far sbarcare a Lampedusa 40 migranti recuperati al largo della Libia. Un colpo di spugna che rafforza i talebani dell'immigrazione e gli ultrà dell'accoglienza perché, oltre a non convalidare l'arresto, il magistrato ha anche escluso il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, ritenendo che la scelta della capitana sia giustificata dall'avere agito "all'adempimento di un dovere", quello di salvare vite umane in mare. E, mentre Matteo Salvini accusa la giudice di agire per interessi politici, i fan delle ong scendono in piazza a festeggiare.

L'intero caso Sea Watch è un precedente pericolosissimo che di fatto arma tutte le altre ong che in queste ore stanno tornando a solcare il Mar Mediterraneo. Dopo un anno di lotta all'immigrazione clandestina, segnata dagli ottimi risultati incassati con la chiusura dei porti italiani, il blitz della Rackete e il buonismo delle toghe sono il lasciapassare per nuove incursioni contro l'Italia. Tanto che la stessa ong tedesca ha fatto sapere che, pur avendo la Sea Watch 3 sotto sequestro nel porto di Licata, è pronta a mettere in mare un'altra imbarcazioni. E non sono gli unici. Nei giorni scorsi la "Alan Kurdi" della tedesca Sea Eye e la "Open Arms" dalla spagnola Proactiva Open Arms hanno ripreso a pattugliare le acque davanti alla Libia e hanno già effettuato la prima operazione di recupero. A queste si è aggiunta, ieri, anche Mediterranea Saving Humans che, non potendo usare la Mare Jonio, ha deciso rimesso in mare la propria barca di appoggio, la "Alex". La decisione del gip Vella è per tutti questi talebani dell'accoglienza un via libera a calpestare le nostre leggi, un invito a venire in Italia con la certezza che, per quanto Salvini chiuda i porti o stringa le corde, troveranno sempre un magistrato pronto a perdonar loro qualsiasi tipo di reato.

Mentre le ong organizzano nuove scorribande, i buonisti di sinistra stappano bottiglie di champagna inneggiando alla nuova eroina. In prima fila c'è Gad Lerner che su Repubblica parla di "disfatta della politica di Salvini" e ringrazia il gip Vella per aver "restituito al nostro Paese una onorabilità che rischiava di perdere di fronte ai suoi partner europei". Su Twitter Fabio Fazio scrive che "non si possono arrestare le conquiste di una intera Civiltà che proprio il mare ha costruito e fatto crescere". Vauro si dice orgoglioso di essere italiano "nonostante epidemia di cinismo sadico". A Massimo Cacciari, invece, la decisione del gip non basta e all'Adnkronos confida che "ormai siamo alla vigilia della totale barbarie". Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando arriva addirittura a chiedere ai magistrati di accertare se il ministro dell'Interno "ha commesso un illecito nell'impedire l'adempimento del dovere. È la fiera dell'anti salvinismo più bieco, dove emerge tutto l'odio della sinistra per il leader leghista. Si mettono tutti in coda per pestare duro.

Ci sono anche tutti i dem che la scorsa settimana sono saliti sulla Sea Watch 3 a scattarsi qualche selfie. I clandestini, che non sono ancora partiti per l'Italia, ringraziano. E con loro anche gli scafisti che sognano un'estate ricca di partenze.

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