Aumentano i contagi, rallenta la riduzione dei ricoveri, risalgono quelli pediatrici e avanza Omicron 2. Nonostante il Covid stia rialzando la testa, il governo va avanti sulle riaperture e oggi in Consiglio dei ministri sarà definito un cronoprogramma puntuale di accompagnamento all'uscita dallo stato di emergenza, che scade il 31 marzo e non sarà rinnovato. «Offriremo un percorso come sempre basato sull'evidenza scientifica e sul quadro epidemiologico», spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza, al question time alla Camera. Se le ipotesi formulate finora saranno confermate, dal primo aprile non dovrebbe più essere necessario il green pass per le attività all'aperto e sui mezzi pubblici dovrebbe bastare la certificazione base. Da maggio poi dovrebbe cadere l'obbligo di esibirlo per accedere ai luoghi al chiuso, come ristoranti e cinema. Ad aprile, progressivamente, verso il via al distanziamento e alle mascherine al chiuso.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, spinge con tutti i governatori affinché «entro Pasqua, ove le condizioni epidemiologiche lo permettano, si possa già ipotizzare l'abbandono delle restrizioni». Le Regioni chiedono anche di eliminare il bollettino quotidiano dei dati, monitorando l'andamento di incidenza e occupazione dei posti letto su base settimanale. Questa mattina se ne discuterà in un incontro della cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi. Ed è grazie ai numeri delle vaccinazioni (91,3% con la prima dose e l'89,6% con la seconda), «tra i più alti in Europa e nel mondo» rivendica Speranza, che il governo potrà procederà all'allentamento delle misure anche in presenza di un'alta circolazione del virus. Nonostante la protezione dei vaccini, che sta consentendo di gestire in maniera diversa questa fase, la pandemia è infatti tutt'altro che scomparsa. Anche a livello globale. Nell'ultima settimana, dopo una consistente diminuzione del numero di nuovi casi nel mondo, l'Oms segnala un aumento dei contagi dell'8%, mentre continuano a calare i decessi. Purtroppo non abbastanza in Italia, che resta fra i primi tre Paesi in Europa per morti registrate. Soltanto nelle ultime 24 ore sono state 137. I nuovi casi invece sono 72.568, con un aumento su base settimanale del 50% e un tasso di positività al 14,8%. La risalita dei contagi si riflette sulle ospedalizzazioni. La curva dei ricoveri scende ancora, ma molto più lentamente. Dalla rilevazione degli ospedali sentinella Fiaso del 15 marzo emerge che in una settimana il numero dei pazienti ricoverati in aree Covid si è ridotto del 5,2% (mentre la scorsa settimana c'era stato un calo del 16%). Tornano a salire in particolare i ricoveri pediatrici: nella settimana 8-15 marzo i piccoli pazienti ricoverati nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella che aderiscono alla rete Fiaso sono cresciuti del 48%. I contagi corrono soprattutto tra i giovani e questo trend comincia a riflettersi nelle scuole. In Lombardia, per esempio, secondo i dati forniti dalla direzione Welfare della Regione, nell'ultima settimana le infezioni sono aumentate in tutte le fasce d'età. Il che ha comportato la quarantena per 330 classi. Cosa ha determinato il rialzo della curva ce lo spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.
Si tratta di un mix di fattori: «La circolazione più diffusiva di Omicron 2, la minore protezione della terza dose dopo tre mesi e l'allentamento di alcune misure, come quella di aver tolto la mascherina all'aperto senza rimetterla, come prescritto, in caso di assembramento».
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