Consumi lontani da pre-Covid

La ripresa ha il fiato corto. Allarme Confcommercio su ristoranti e alberghi. Sangalli: "Ora necessari nuovi ristori e moratorie"

Consumi lontani da pre-Covid

La rincorsa allo status quo ante pandemia, cioè ai parametri macroeconomici del 2019, rischia di essere più difficoltosa del previsto. Ripresa dei contagi e aumento dei prezzi al consumi rallentano il ritmo della ripresa, motivo per il quale servirebbero idee chiare sulle politiche economiche da perseguire.

È quanto emerge dal consuntivo 2021 dell'Ufficio studi di Confcommercio. L'incremento dei consumi dovrebbe fermarsi al 5,1% (-7,3% sul 2019 e con il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non prima del 2023). Il calo per alcuni settori come la filiera del turismo della cultura e del tempo libero è ancora a due cifre. Rispetto a tre anni fa gli alberghi hanno perso il 34,8% di ricavi e i ristoranti il 27,3 per cento. Male anche i servizi ricreativi e culturali (-21,5%) seguiti dai trasporti (-16%). Un trend non entusiasmante confermato anche dall'Osservatorio Federalberghi che ha evidenziato come lo scorso anno siano andate in fumo 148 milioni di presenze turistiche (-115 milioni riferite ai turisti stranieri). Rispetto al 2019 è come se si fosse cancellato un pernottamento su tre (-50% per i turisti dall'estero).

Secondo i risultati di un sondaggio realizzato da Confesercenti con Ipsos il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali, mentre il 32% ha rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata e sempre il 32% ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti. Il rinnovato smart working di massa dovrebbe inoltre produrre un effetto da 850 milioni di minori consumi al mese. Intanto, il vettore Flixbus ha annunciato, seguendo l'esempio di Italo, una riduzione del 30% delle corse e senza ristori seguiranno altri tagli.

Ecco perché il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, non ha usato giri di parole. «La nuova ondata pandemica, insieme a inflazione e caro energia, sta raffreddando consumi e ripresa economica», ha dichiarato aggiungendo che «in un contesto ancora così grave e allarmante chiediamo al governo di procedere subito con i sostegni ai settori più colpiti, a cominciare dal rinnovo della cassa Covid e delle moratorie fiscali e creditizie». Il numero uno di Piazza Belli ha sollecitato un'azione rapida sui due fronti di intervento che l'esecutivo di Mario Draghi sta predisponendo. Le misure per la liquidità andranno contrattate con Bruxelles e con la Bce, chiedendo una nuova deroga al regime degli aiuti di Stato che consenta di sostenere le imprese in difficoltà e consentendo alle banche di non dover automaticamente iscrivere quelle posizioni come sofferenze, ragion per cui è necessario un esecutivo stabile e autorevole.

Per quel che riguarda i sostegni si è invece sbilanciato il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti. «Penso che lo scostamento si debba fare, prima si fa meglio è», ha dichiarato confermando che il decreto ad hoc dovrebbe essere varato «probabilmente all'inizio della settimana prossima». Il miliardo residuato dalle pieghe del bilancio è insufficiente per interventi su ristorazione, turismo e trasporti. Matteo Salvini ha definito «quota 30 miliardi minimo indispensabile». Giorgetti ha indicato una sostanziale convergenza in maggioranza sulla tassazione degli extraprofitti delle imprese energetiche.

L'inflazione, però,fa danni ora. La politica ristorerà domani. Confindustria ha denunciato 29 miliardi di extracosti energetici rispetto al 2019. Molte aziende si stanno fermando o riducendo la produzione. Il tempo è quasi scaduto.

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