Si riscende sotto quota mille, ma è una buona novella con l'asterisco, perché il numero dei nuovi contagi scende soprattutto a causa del minor numero di tamponi messi a referto ieri, che in realtà si riferiscono soprattutto alla giornata domenicale, quando i test rallentano sempre un po'.
Quindi 996 nuovi contagi a fronte di 58.518 tamponi, il dato più basso dallo scorso 18 agosto, che produce un indice di positività in rapporto ai tamponi registrati dell'1,70 per cento, abbastanza in linea ma comunque più alto rispetto al dato del giorno prima, quando i positivi erano stati 1.365 e i tamponi 81.723 e l'indice dell'1,67 per cento.
I 996 nuovi casi portano il totale dall'inizio dell'emergenza a 269.214 persone. Degli attuali positivi, che ammontano a 26.078 (con un aumento di 1.873 unità ben più alto dell'aumento di domenica, parti a +1.049), 24.696 sono in isolamento domestico a casa perché asintomatici o quasi (+491), 1.288 sono ricoverati in reparti ordinari perché con sintomi lievi (+37) mentre i casi gravi ricoverati in terapia intensiva sono 94 (+8). Insomma, la situazione negli ospedali italiani sembra ancora sotto controllo rispetto ai 4.068 pazienti in terapia dello scorso 3 aprile, massimo punto di pressione sul sistema ospedaliero, però i numeri inducono a un minimo di prudenza. Anche perché settembre si annuncia come un mese fatidico per evitare nuove misure restrittive.
Veniamo ora alla distribuzione per regioni dei nuovi casi. Detto che ieri sono tornate a comparire regioni totalmente Covid free, ovvero con zero nuovi casi (Molise e Basilicata, ma a fronte di pochissimi tamponi, rispettivamente 210 e 276), la regione più colpita è stata di nuovo la Campania con 184 contagi a fronte di appena 5.783 tamponi, che conduce a un indice di contagio rispetto ai test del 3,18 per cento. Segue in termini assoluti il Lazio, che fa registrare 148 casi ma ha il record di tamponi fatti (13.093), che fanno scendere l'indice a 1,13 per cento. Terza è la Lombardia con 135 nuovi casi e 9.866 tamponi (1,37 per cento), poi Emilia-Romagna (117 casi, 6.132 tamponi, 1,91 per cento) e la Sardegna, che con 79 casi a fronte di appena 1.083 tamponi effettuati, per una percentuale di positività del 7,29 per cento si conferma un po' la pecora nera d'Italia. Un ruolo che l'isola certo non si è scelto, visto che questo aumento pronunciato di contagi è dovuto alla presenza di milioni di turisti che si sono dati il cambio nel corso di tutto il mese di agosto e provenienti da tutta Italia. Seguono poi altre sette regioni in «doppia cifra» (la Toscana con 73, il Veneto con 65, la Liguria con 44, la Puglia con 38, il Piemonte con 37, la Sicilia con 26 e la Calabria con 14) e otto regioni con contagi minimi, dai 9 di Umbria e Valle d'Aosta ai 2 delle Marche.
Infine il capitolo dei morti. Ieri sono stati 6, due in più rispetto al giorno precedente ma in linea rispetto ai dati delle ultime settimane: 4 arrivano dall'Emilia-Romagna e 2 dalla Lombardia. Il totale di croci che il Covid19 ha disseminato in tutta Italia dall'inizio dell'emergenza è di 35.483, con la Lombardia in testa con 16.863. In pratica finora è morto il 13,18 per cento delle persone colpite dal coronavirus, ma per fortuna questo dato è cambiato molto nel corso dei mesi.
In tutto agosto i morti sono stati 185, oltre cinque volte meno di un solo giorno di marzo, il 27, quando ci furono 969 decessi. Ma era un'altra storia, fatta di camion dell'esercito che portavano via bare come fossero scatoloni. Una storia che vorremmo restasse un lugubre ricordo.
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