Conte teme il pugno duro di Di Maio: 40 grillini a rischio espulsione

I morosi pentastellati rischiano di finire fuori dal gruppo. Conte ha paura per la tenuta dell'esecutivo: "Si rischia una instabilità molto forte"

Conte teme il pugno duro di Di Maio: 40 grillini a rischio espulsione

Luigi Di Maio ha chiesto aiuto a Beppe Grillo. Un consiglio per tentare di risolvere la crisi eterna all'interno del Movimento 5 Stelle, quotidianamente dilaniato da liti e dissidi. A tenere banco ora sono le questioni Gianluigi Paragone, espulso per non aver votato la legge di Bilancio e per esseresi astenuto nel voto sulle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte, e Alessandro Di Battista, che a giudizio di alcuni grillini vorrebbe far cadere il governo. La linea del garante è chiara: assumere un atteggiamento orgoglioso. Del tipo: "Chi va via non ci merita". Ma c'è un problema di fondo: i pentastellati ogni giorni devono fare i conti con addii, minacce, sfoghi e frecciatine. Mario Michele Giarrusso è uscito allo scoperto senza mezzi termini: "È quello che si merita una leadership chiusa e inconcludente". Il senatore 5S non vede assolutamente di buon occhio il ministro degli Esteri: "11 milioni di italiani hanno votato 5 stelle per vedere questo schifo?".

Il capo politico è al centro della crisi: dall'inizio della legislatura ha perso 19 parlamentari, tra epurati e autoespulsi. Tra questi Angiola e Rospi, furibondi contro il verticismo adottato dai gialli. Nello specifico hanno salutato 9 deputati e 10 senatori, rendendo dunque la vita molto complicata all'esecutivo giallorosso che ora è sul filo.

Le tensioni

Inevitabilmente preoccupato il presidente del Consiglio, impensierito anche dalla scissione di Lorenzo Fioramonti con probabile nascita del suo gruppo. "Si rischia una instabilità molto forte", ripete l'avvocato, che non vorrebbe la formazione e l'appoggio di ulteriori fazioni. Nella giornata di ieri sono arrivate le rassicurazioni da parte di Andrea Orlando, deputato del Partito democratico: "Nessun pericolo per la tenuta dell'esecutivo". Frasi di circostanza, probabilmente. Dichiarazioni che non tranquillizzano affatto il capo del governo.

Appare evidente come la linea dura dura di Di Maio circa l'espulsione dei 40 grillini morosi sia fortemente contrastante con la necessità di Conte di non perdere pezzi. Il titolare della Farnesina, come riporta l'edizione odierna de Il Messaggero, ha avvertito chiaramente: "Nel movimento uno vale uno e sono tutti importanti, ma nessuno è indispensabile. Io non rincorro nessuno. Meglio restare con qualcuno in meno ma tutti convinti della direzione intrapresa". La medesima strada che l'ex vicepremier va delineando per tentare di rassicurare i suoi, invitandoli a proseguire il proprio lavoro: "Dobbiamo ripartire dalle nostre battaglie in un quadro nuovo. Che non è affatto la resa al Pd.

Molte cose le abbiamo portate a casa: il reddito di cittadinanza, il taglio del numero dei parlamentari, la prescrizione lunga e tra poco la revoca ad Autostrade. Bisogna andare avanti così. Senza anteporre a tutto il proprio ego".

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