Anche adesso che non c'è più fa parlare di sé, come quando il bistrot «Corleone by Lucia Riina» fu aperto nel 2018 in rue Daru, non lontano dall'Arco di Trionfo. La «nuova vita» di cui parlava sul suo profilo Facebook Lucia, l'ultimogenita dei Capo dei capi, Totò Riina, è durata poco nella Ville Lumière. Il ristorante dalla facciata in vetro e legno, che all'apertura sfoggiava una tenda verde con la firma autografa della Riina, cosa che fece sollevare un gran polverone per via del pesante nome messo in bella vista accanto a quello del paesino siciliano, ha chiuso battenti, anzi non ha riaperto più dopo il lockdown.
Al suo interno, dove campeggiava lo stendardo con lo stemma di Corleone, un leone rampante che stringe un cuore, Lucia, oggi 40 anni, aveva appeso le sue opere pittoriche e sognava un nuovo inizio con il marito Vincenzo Bellomo e la figlia piccola, ma senza tagliare i ponti col suo passato, non prendendo le distanze dalle sue origini, come testimonia la stessa insegna del ristorante, tanto che nel gennaio del 2019 il sindaco di Corleone palesò le sue rimostranze, non gradendo l'accostamento della città col nome dei Riina, noto in tutto il mondo per le stragi di mafia consumatesi sotto l'egida di Totò 'u Curtu, morto il 17 novembre del 2017.
Si innescò una forte polemica tanto che Lucia e il marito Vincenzo, seppure a malincuore, decisero di togliere il nome della famiglia.
«Non ho cercato di provocare né di offendere nessuno dichiarò Lucia -. Volevo soltanto valorizzare la mia identità di artista-pittrice e anche mettere in risalto la cucina siciliana». Secondo la rampolla dei Riina, infatti, il suo cognome serviva a sottolineare la sua identità di artista e donna e inserire nell'insegna il nome del paesino siciliano in cui aveva le radici metteva in risalto «l'autentica cucina siciliana-italiana da scoprire in un ambiente elegante e accogliente».
Ma lasciarsi tutto alle spalle è certamente difficile ed è anche noto lo stretto legame che i siciliani hanno con la propria famiglia, con cui Lucia ha sempre tenuto vivi i contatti malgrado la distanza. Come riferisce uno dei soci del locale francese, Pascal Fratellini, ultimo discendente della famiglia di un celebre trio di artisti circensi originari di Firenze poi trasferitisi in Francia, dove fecero la loro fortuna, Lucia si sentiva tutti i giorni con la madre e pare che possa essere tornata proprio da lei, nella sua Corleone.
Del resto «andare a trovare lo zio o il fratello in carcere era molto difficile - dice Fratellini -. Per loro i legami sono importanti».
Pare che la famiglia possa essere rientrata a Corleone, ma in città nessuno li vede da tempo, né lei né il marito Vincenzo. «Sono lontano», dice qualcuno e, tra silenzi e «nenti sacciu» (niente so) con tanto di apertura di braccia, salta fuori da più parti che la famiglia potrebbe essersi trasferita in Canada per cercare un nuovo inizio.
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