"La crisi di Gaza fattore di rischio. Hamas colpirà in Occidente"

Il Prof israeliano: "Il mondo civilizzato non deve sentirsi in colpa per la sua reazione"

"La crisi di Gaza fattore di rischio. Hamas colpirà in Occidente"
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Efraim Inbar, professore emerito di scienze politiche all'Università Bar-Ilan, un'autorità nell'analisi del conflitto arabo-israeliano e sugli sviluppi strategici in Medio Oriente, ci risponde da Israele.

Come interpreta l'attentato a Bruxelles e quello ad Arras in Francia?

«Sono azioni dettate da un'ideologia islamica radicale. Questi atti non avvengono solo in Israele, ma anche nel mondo occidentale. La verità è che lo stato islamico esiste ancora ed è pronto di nuovo a raggiungere i suoi obiettivi».

Questi attacchi sono legati a quanto sta accadendo nello stato ebraico?

«Il successo dell'offensiva di Hamas è stato visto bene dall'estremismo islamico. Il mondo civilizzato non deve sentirsi in colpa nella sua reazione. Se gli immigrati arrivano in Europa e vogliono vivere lì e integrarsi nella cultura, va bene. Ma se non ne hanno intenzione, allora è un problema. L'Europa è democratica, esiste la libertà di organizzarsi, di esprimere la propria opinione. A volte però non si distingue tra libertà di pensiero e istigazione. Bisogna tener conto per esempio che Hezbollah è un'organizzazione terroristica per gli stati europei e vuole distruggere Israele».

Ci sono delle somiglianze tra Hamas e Isis?

«Certo. Entrambi controllano territori. Vogliono costruire forze militari. Sono aiutati da altri Stati. Ad esempio l'Isis dalla Turchia, il suo leader infatti abbraccia l'ideologia dei Fratelli Musulmani. Hamas invece è stato fondato, finanziato e assistito nella realizzazione della tecnologia militare e nell'addestramento dall'Iran. Inoltre ambedue operano con crudeltà, non hanno nessun limite morale e hanno una motivazione religiosa. Pensano di avere Dio dalla loro parte e credono così di poter vincere. Esistono organizzazioni di questo tipo in tutto il mondo: Isis, Hamas, Al-Qaeda, Boko Haram».

Bisogna fare una distinzione tra Hamas e i palestinesi?

«Di principio sì, però non bisogna dimenticare che Hamas è popolare tra i palestinesi ed è stato votato da loro. Alcuni sondaggi in settembre hanno evidenziato che ha addirittura il supporto del 60% di questa popolazione».

Se Israele invaderà Gaza quali saranno le conseguenze?

«Alcuni miliziani di Hamas potranno raggiungere l'Europa attraverso la Turchia prima e la Grecia poi. Le cellule cercheranno di colpire obiettivi ebraici: sinagoghe, scuole, ambasciate. Ma anche gli amici di Israele, i suoi alleati. Proveranno a intimidire chiunque criticherà la barbarie di Hamas».

Qual è la causa dell'odio diffuso nel mondo arabo verso l'occidente?

«Molte società arabe sono antioccidentali e antiamericane. Hanno grande frustrazione per i risultati raggiunti da questi Stati. Durante il Medioevo erano loro ad avere il primato nel campo dell'arte, della letteratura, della scienza, della tecnologia, erano superiori agli europei, ma ora non più. Invidiano il successo dell'occidente.

Provano odio e rabbia. A loro non importa che gli Stati Uniti abbiano sacrificato loro uomini per portare la democrazia in Iraq. Considerano americani ed europei dei colonialisti. È parte della loro narrazione postmoderna e antioccidentale».

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