Csm in campo sul caso Consip "Ombre sull'operato dei pm"

Il laico Zanettin chiede l'apertura di una pratica su Napoli: "Garantire la trasparenza dei magistrati"

Csm in campo sul caso Consip "Ombre sull'operato dei pm"

Minacciosi tamburi di guerra risuonano tra le procure di Roma e di Napoli, entrambe impegnate sul caso Consip. L'ufficio giudiziario capitolino ha puntato il dito contro il Noe, revocando l'indagine al nucleo dell'Arma al quale, invece, Napoli ha confermato l'incarico, nonostante il capitano del Noe Scafarto sia sotto inchiesta a Roma. Sul caos-Consip è imminente l'apertura di una pratica al Csm, chiesta dal membro laico del consiglio, Pierantonio Zanettin, per far luce su «un'ombra inquietante sul comportamento di apparati dello Stato in conflitto tra loro». «Credo che il Csm non possa rimanere inerte - esordisce Zanettin - e che il suo compito istituzionale sia accertare se il comportamento di singoli possa aver offuscato l'immagine del magistrato, determinando un'incompatibilità ambientale o funzionale».

C'è uno scontro tra procure. Intende mettere sotto osservazione, in particolare, i pm titolari dell'inchiesta nata a Napoli?

«Il capitano del Noe Scafarto è accusato di falso ideologico per aver alterato la trascrizione di un'intercettazione contro Tiziano Renzi e accreditato la possibilità che i servizi segreti spiassero l'inchiesta. La Procura di Roma avrebbe disposto di riascoltare tutte le intercettazioni nell'ufficio di Alfredo Romeo, fatte dal Noe. Al quale la Procura di Roma aveva già revocato la delega per le indagini, mentre Napoli l'ha confermata. Evidentemente, c'è il sospetto che possa essere stato inquinato anche dell'altro, nell'inchiesta».

Ci si chiede come mai, su aspetti così delicati per le ricadute politiche, i pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano non hanno fatto i controlli che stanno facendo a Roma.

«Per questo il Csm deve sottoporre al vaglio di trasparenza tutto l'operato dei magistrati. Bisogna capire che cosa è successo, come mai c'è stato per troppo tempo un uso distorto delle intercettazioni filtrate ai mass media».

Che dubbi, secondo lei, nascono dall'indagine sul capitano Scafarto?

«L'opinione pubblica si chiede se abbia agito per sbadataggine, per ambizione o perché manovrato da un burattinaio. Su questo deve avere risposte e il compito del Csm è garantire il comportamento dei magistrati incaricati dell'inchiesta».

Qual è la tempistica della sua richiesta?

«Domani (oggi, ndr) si riunirà il Comitato di presidenza del Csm e dovrebbe arrivare la risposta. Se sarà positiva se ne occuperà la Prima commissione, presieduta dal laico del Pd Fanfani. Dovrà accertare se ci sono gli estremi di un trasferimento d'ufficio per oggettiva incompatibilità. Quindi si chiederanno gli atti e si procederà alle audizioni degli interessati: capi delle procure, pm, eventualmente anche i vertici dei carabinieri, che certo avranno avviato un'inchiesta interna».

Saranno convocati anche Woodcock e Carrano?

«Lo deciderà, eventualmente, la Prima commissione».

Potrebbe esserci anche un'ispezione ministeriale?

«Potrebbero esserci gli estremi per un'ispezione, ma questo dovrà valutarlo il ministro della Giustizia».

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