Quel che si diranno Joe Biden e Volodymyr Zelensky oggi in Normandia, con regia discreta del presidente francese Macron, è ancora top secret. Ma la gravità del momento lascia pensare che qualche annuncio, vista la cornice storica che caratterizza le cerimonie per gli 80 anni dal D-Day, potrebbe arrivare: una sorta di traccia, che poi, dal 13 al 15 giugno, prenderà forma più esplicita (e forse compiuta) al G7 organizzato in Puglia dalla presidenza italiana.
Per aiutare Kiev, si punta anzitutto a trovare una quadra che permetta di attingere agli extraprofitti degli asset russi congelati dall'occidente. Secondo parte dei leader Ue manca infatti una copertura legale, efficace e inattaccabile. Biden starebbe per proporre, nel frattempo che sia l'occidente a «prestare» i soldi a Kiev. Insieme. Poi si vedrà. Questa la base di lavoro in vista del G7, una specie di cartolarizzazione del flusso di cassa, proposta dagli Usa dopo l'incontro tra i ministri dell'Economia a Stresa dello scorso maggio.
Non a caso, prima ancora che l'Air Force One di Biden toccasse ieri il suolo francese, la portavoce della Casa Bianca lasciava intendere che il Commander in Chief profitterà del faccia a faccia con Macron (domani) per chiedere sforzi ai leader G7 per la ricostruzione post-bellica accelerando la pesca dalle tasche russe. Per ora, siamo alle armi, con l'Italia pronta a fornire un secondo sistema di difesa aerea Samp-T, con i caveat ribaditi dal vicepremier Tajani: «Non invieremo soldati e non autorizzeremo l'uso di armi italiane per colpire fuori dal territorio ucraino». Il tema è scottante: come portare avanti la difficoltosa difesa ucraina senza filosofeggiare troppo sul ricorso ai sistemi occidentali? E come colpire in territorio russo difendendo il fronte e le infrastrutture energetiche (ieri nuovi blackout), senza rischiare un incidente con conseguenzenefaste?
Gli Stati Uniti non hanno imposto restrizioni per la distruzione degli aerei russi anche se non si trovano nello spazio aereo ucraino, ha chiarito il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. E il consigliere Jake Sullivan, dal volo presidenziale, ha lanciato un avviso: «Il presidente Putin non può dividerci». In slalom fra veterani e telecamere nella città martire di Saint-Lô e da Plumelec, Macron ha evocato l'importanza di «un'Europa unita in un mondo di nuovo pieno di rischi e incertezze». Oggi le celebrazioni dello Sbarco, l'operazione Overlord nel '44 battè l'invasore nazista. Con la voce da Berlino del ministro della Difesa Pistorius che al Bundestag ha detto che bisogna essere in grado di affrontare una guerra «entro il 2029». Sullo sfondo ci sono le europee e Le Pen. Per lei, anche il solo invio di istruttori è un rischio, «dobbiamo formare gli ucraini senza mandare militari in un Paese in guerra». Zelensky ieri era in Qatar per chiedere all'emiro di mediare nella restituzione dei bimbi rapiti dall'esercito russo; tema in agenda al Summit per la Pace del 15-16. Mosca però delegittima l'iniziativa: con la scelta di non invitare la Russia, la Svizzera si sta allontanando dal suo status di Paese neutrale, è l'accusa del portavoce del Cremlino. Per gli Usa, a Lucerna ci sarà la vicepresidente Harris. Biden e Zelensky si vedranno di nuovo in Puglia.
Mentre Putin ieri ha attaccato frontalmente l'America: «Non combatte per il popolo ucraino, ma per la sua leadership, non abbiamo iniziato noi la guerra, ci siamo difesi, loro si stanno distruggendo». E poi appoggia Trump: «È un perseguitato». E dell'Italia: «Ha posizioni più moderate rispetto altri Paesi Ue».
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