D'Alema e Letta son pronti alle armi contro l'Isis

I due ex premier, a differenza di Renzi, non escludono l'intervento militare in Siria. Letta: "Non possiamo limitarci a fare il tifo per i francesi cantando la Marsigliese"

D'Alema e Letta son pronti alle armi contro l'Isis

Enrico Letta e Massimo D'Alema spingono per l'entrata in guerra dell'Italia contro l'Isis."Non credo che possiamo limitarci a fare il tifo dall'esterno. Non si può paragonare questa vicenda alla guerra in Libia, alle primavere arabe o alla prima fase della crisi in Siria. Adesso la situazione è più complessa e non è legata ad un singolo attacco a Parigi il 13 novembre scorso. Lo dimostra quello che vive Bruxelles, chiusa da una settimana", ha spiegato a Radio Anch'io l'ex premier Letta che, dopo essersi dimesso da parlamentare, vive e insegna a Parigi.

"Non possiamo mettere un limite preventivamente, fare il tifo dall'esterno perchè la cosa non ci tocca con l'idea che meno ci esponiamo e meno saremo attaccati dai terroristi", ha aggiunto Letta che non si è lasciato sfuggire l'occasione di criticare implicitamente la posizione del governo Renzi: "Da parte dell'Italia serve una disponibilità non solo cantando la Marsigliese, troverei ipocrita che ci limitassimo a una solidarietà a parole. Dobbiamo essere disponibili perchè anche noi siamo sotto attacco". Per Letta, "non a tutti verrà chiesto di fare la stessa cosa" e perciò magari dovremmo "sostituire i francesi in scenari in cui sono presenti adesso se le loro forze armate saranno impegnate contro Daesh, ci sarà da fare supporto, forse qualcosa di più. Ma sarebbe sbagliato far passare i giorni pensando che l'emozione calerà, non sarà così".

Anche secondo D'Alema, dalle pagine di Repubblica, sostiene che non bisogna escludere un intervento militare di terra in Siria: "Potrebbe diventare inevitabile se le forze che oggi combattono l'Isis, e che noi dobbiamo sostenere di più e meglio, non ce la facessero o addirittura fossero travolte". L'ex premier sottolinea poi come "francesi e inglesi prima di agire avrebbero dovuto coinvolgere il Consiglio europeo.

E' chiaro, poi, che quando si tratta di un'azione militare, la svolgano i Paesi che ne hanno la volontà e sono in grado di farlo", ma riconosce al governo italiano di aver voluto tenere un profilo basso sulla vicenda "anche con una certa saggezza...".

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