"Sono pronto a votare la Raggi". È scontro D'Alema-Repubblica

Il retroscena su Repubblica: riportate conversazioni di D'Alema coi suoi fedelissimi in cui si dice pronto a "votare la Raggi pur di mandare a casa Renzi". L'ex premier smentisce. Sinistra Pd: "Operazione ingenerosa"

"Sono pronto a votare la Raggi". È scontro D'Alema-Repubblica

Massimo D'Alema è davvero pronto a tutto? Sarebbe anche disposto a votare "Lucifero"? Secondo Repubblica, non si farebbe certo problemi a dare il proprio voto alla candidata grillina di Roma Virginia Raggi anziché al piddì Roberto Giachetti. Nei colloqui con gli amici, riportati oggi dal quotidiano diretto da Mario Calabresi, l'ex segretario dei Ds non si sarebbe fatto alcun problema nel rivelare il proprio piano per far cadere Matteo Renzi: "Voto per la Raggi e invito chi mi chiede un consiglio a fare altrettanto". In chiaro, però, lui smentisce.

Il retroscena di Repubblica

D'Alema è ancora in campo. Non si è mai allontanato, a dire il vero. Ora la partita non è certo sostenere il governo e il suo partito, il Pd, ma indebolire l'attuale segretario, far cadere l'esecutivo "e dopo mettersi al lavoro per ricostruire la sinistra riformista". "Sulla strada di questo traguardo si passa da due tappe: quella di domenica, i ballottaggi di Roma e Milano, e il referendum costituzionale di ottobre - si legge nel retroscena di Repubblica - già dalla prossima settimana D'Alema si prepara a costituire i comitati del No". Nei giorni scorsi, l'ex premier ha tenuto diverse riunioni in cui ha delineato la propria strategia. "Se perde Roma e Milano - è il ragionamento - Renzi uscirà molto ridimensionato". Secondo D'Alema una doppia sconfitta avrebbe pesanti ripercussioni sulla politica nazionale. "Verrebbero ribaltati tutti i rapporti di forza - spiega - cominciando dal Pd". E mette in chiaro: "Una sconfitta del premier non provocherebbe affatto una crisi di sistema. Dopo di lui un'alternativa c'è, eccome".

Lo scontro sul referendum

All'indomani dei ballottaggi, D'Alema si metterà in pista per bocciare il ddl Boschi al referendum costituzionale. "La riforma crea un sistema presidenziale" - ha spiegato in più di un'occasione - l'idea del limite di due mandati, totalmente sgrammaticata sul piano istituzionale, cos'altro è se non l'ammissione di una specie di elezione diretta?". L'ex premier si spenderà in prima persona nella campagna elettorale formando i comitati contro la riforma costituzionale di Renzi. "L'obiettivo ora è riunire tutti i pezzi della sinistra, partendo dalle varie anime della minoranza dem". Nella sua "galassia" gravitano Michele Emiliano, il governatore pugliese che sogna di sostituire Renzi, l'ex sindaco Ignazio Marino e il direttore della Treccani Massimo Bray. "In questi comitati potrebbe confluire Area socialista, la componente del Psi costituita da Bobo Craxi in opposizione al segretario Riccardo Nencini schierato con il Sì - fa notare Repubblica - la rete si sviluppa, ma tutto dipende da come si chiuderanno le urne domenica sera. All'ombra del Campidoglio e del Duomo, soprattutto".

La bufera nel partito

La ricostruzione di Repubblica è stata smentita da D'Alema. "È frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti", si legge nella nota affidata a Daniela Reggiani, portavoce dell'ex premier. Che, poi, ha scandito: "L'articolo pubblicato da Repubblica è falso". Chi siano i "mandanti" viene spiegato dall'ala sinistra del partito: "Si cerca di fare casino prima dei ballottaggi, uno scaricabarile. D'altra parte - continuano le stesse fonti - Renzi è da tempo che dice che le polemiche interne hanno ricadute sul risultato elettorale". Il quotidiano diretto da Calabresi, però, insiste e conferma il retroscena. Nella sinistra del partito, la polemica ha suscitato sorpresa mista a delusione: "Sembra proprio che ci sia la ricerca di un pretesto per dire: 'Ecco, vedete per colpa di chi si è perso?'. Un comportamento ingeneroso perchè D'Alema, come tutti gli esponenti di minoranza, sta conducendo davvero una campagna pancia a terra per portare a casa un risultato positivo. Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, a Roma, hanno tenuto iniziative con Roberto Giachetti, si sono impegnati offrendosi anche di andare nei mercati a perorare la causa".

Anche Pier Luigi Bersani, che dichiara di non volere commentare nel merito il botta e risposta tra il quotidiano e l'ex premier, spiega di essere concentrato nella campagna in vista del voto di domenica: "Domani sono a Rho e dintorni per la campagna elettorale del candidato Pd, in vista dei ballottaggi. Guerini ha detto 'pancia a terra' per i ballottaggi? E io sono pancia a terra per i ballottaggi".

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