E ora c'è un G7 da guidare. Sabato, a due anni dall'invasione russa, il primo vertice dei Grandi in teleconferenza sotto la presidenza italiana. Tema principale, il sostegno a Kiev: e infatti, per parlare di soldi e di armi, si collegherà con il summit virtuale pure Volodymyr Zelensky. Giorgia Meloni farà la padrona di casa, coordinerà i lavori e terrà l'agenda per sei mesi. «Ho come un peso sulla testa», confida ai suoi. Non sarà una passeggiata, lei però non sembra spaventata. Anzi, è quasi sfrontata. «Abbiamo una grande responsabilità sulle nostre spalle e intendiamo onorarla al meglio, dimostrando quanto l'Italia sia capace di tracciare la rotta».
In un anno e mezzo l'underdog ha fatto breccia all'estero, almeno nella sua versione moderata, filoatlantica ed europeista, quella cioè da esportazione. Pesano i buoni rapporti intrecciati con Ursula von der Leyen, che si è appena ricandidata alla presidenza della Commissione Ue. «Meloni ha solidificato le sue credenziali in Europa», scrive il New York Times. Il Financial Times apprezza invece i progetti di politica economica annunciati dal governo, dal taglio fiscale alla semplificazione burocratica. Ma l'elogio più convinto arriva da Fareed Zakaria, autorevole commentatore della Cnn: «Dopo Angela Merkel oggi un'altra donna è diventata il punto di riferimento per l'Unione. Giorgia Meloni può essere il nuovo volto del futuro europeo. È il suo momento».
Tra i meriti citati, le scelte di politica estera: sostegno pieno all'Ucraina, nessuna indulgenza o ambiguità verso Putin e stop alla Via della Seta, il discusso accordo commerciale firmato da Giuseppe Conte con la Cina. Secondo il quotidiano liberal di New York, «è stata lei a convincere il filo-putiniano Orban che è meglio per tutti non opporsi agli aiuti a Kiev e lavorare fianco a fianco con gli altri Paesi della Ue». Un atteggiamento, scrive la stampa americana, che non è passato inosservato alla Casa Bianca. Biden è passato dall'allarme per la destra nazionalista arrivata al potere a un «Giorgia ed io siamo buoni amici».
Anche le scelte sull'immigrazione, con il tentativo di coinvolgere l'intera Europa nella gestione dei flussi, sono piaciute. La Cnn cita gli accordi con l'Albania e la Tunisia e punta un riflettore sul Piano Mattei, cioè l'idea di «una politica di investimenti come strada privilegiata per scoraggiare gli sbarchi favorendo lo sviluppo dell'Africa». Altra «freccia al suo arco», dice Zakaria, la riforma costituzionale «che darebbe maggiore stabilità al sistema». Meloni «mantiene una grande popolarità» e tra i leader del G7 «è quello con un tasso di fiducia più alto». Conclusione: mentre «Macron e Scholtz devono fronteggiare molte difficoltà interne e il Regno Unito è ormai fuori dalla Ue», la premier italiana «appare sempre di più come il futuro dell'Europa».
Meloni cercherà di far pesare tutto ciò sabato durante il vertice. Nessun dubbio ormai, nonostante la prudenza della Lega sull'argomento, sulla posizione ferma di Roma, in linea con la storia dell'Alleanza Atlantica. «Come Italia facciamo tutto quello che possiamo per aiutare l'Ucraina, l'ottavo pacchetto di aiuti approvato dal Parlamento arriverà nelle prossime ore», spiega Antonio Tajani.
Nei giorni scorsi, ricorda, i ministri degli Esteri del G7 riuniti a Monaco «hanno ripetuto che Mosca dovrà pagare per i danni e le devastazioni che sta provocando». I Grandi sono «determinati a mantenere congelati gli asset russi». Insomma, «condanniamo tutto quello che ha fatto Putin».
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