La querelle Rula Jebreal-Giorgia Meloni continua a tenere banco. E non poteva mancare l’intervento di Gabriele Muccino. Il vergognoso attacco alla leader di Fratelli d’Italia ha scatenato la bufera sui social network, ma il regista si è schierato dalla parte della giornalista. Tra un pianto per la mancata assegnazione di un premio e un’autocelebrazione del suo “grande” cinema, il 55enne ha preso posizione su Twitter. E, naturalmente, ha tirato in ballo il fascismo, diventato il mantra dei compagni delusi dall’esito delle elezioni.
Il delirio di Muccino
“Forse non era necessario tirare in ballo un padre mai presente nella vita di Meloni, d’accordo”, ha esordito Muccino su Twitter. Nonostante il “forse” di troppo, fin qui tutto ragionevole. Poi, via al delirio: “Rula Jebreal sta ora subendo un attacco furioso e pretestuoso”, il j’accuse del cineasta capitolino.
Secondo Muccino, inoltre, l’assalto alla Jebreal sarebbe lo specchio di un Paese che ha già dimenticato le parole della Meloni. La leader di FdI, ricorda forse un po’ a stento, parlava di “sostituzione etnica in campagna elettorale riferendosi agli immigrati che ci avrebbero invaso”. Ma non solo. Tornando sul dramma dello stupro di Piacenza, Muccino ha accusato la politica di aver fatto mera propaganda. Anche qui nessuna condanna della violenza perpetrata, ma solo affondi contro la Meloni.
“Attacchi a Rula Jebreal odorano di fascismo”
Il pezzo forte della strampalata teoria mucciniana è contenuto nel finale.“Gli attacchi a Rula Jebreal odorano di fascismo, di abuso, di prevaricazione su una donna che ha osato toccare il potere bianco laddove per il colore della sua pelle, appena più scuro di un italiano ma anche più chiaro di molti altri italiani, non avrebbe mai dovuto commentare”, la sua rabbia.
Difficile provare a interpretare il pensiero di Muccino, così come è complicato trovare qualcosa di vero in ciò che dice. Chissà se tra un film (brutto) e l’altro, ci fornirà qualche spiegazione in più sulla correlazione tra fascismo e condanna di un attacco ignobile. O ancora, se proverà a illustrare cosa intende per “potere bianco”.
Le reazioni sui social
Se qualche seguace ha condiviso l’intemerata, la maggior parte degli utenti ha biasimato senza mezzi termini l’uscita di Muccino. In molti hanno sottolineato che sarebbero bastate delle scuse nei confronti della Meloni anziché prediligere il vittimismo, ma c’è anche chi ha stigmatizzato il regista per difendere l’indifendibile pur di attaccare la leader di Fratelli d’Italia.
Ecco una carrellata di reazioni: “È evidente che scrivi senza alcuna coscienza”, “Lungi da me difendere la Meloni ma c'è un vecchio detto che recita ‘chi è causa del suo mal, pianga se stesso’”, “Il solito comunista rosicone”. Non un successone, insomma. Un po' come i suoi ultimi film.Torno su quello che ha detto @rulajebreal sul padre di Giorgia Meloni. Forse era non necessario tirare in ballo un padre mai presente nella vita di Meloni, d’accordo, ma Rula Jebreal sta ora subendo un attacco furioso e pretestuoso.
— Gabriele Muccino (@GabrieleMuccino) October 2, 2022
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