Graziano Delrio è sicuro: in Emilia-Romagna si assisterà alla sconfitta delle destre e di Matteo Salvini. Una tesi contrastante con il sondaggio segreto in possesso de ilGiornale, secondo cui il centrodestra sarebbe in vantaggio di 6 punti sulla coalizione di centrosinistra. E se questi numeri fossero confermati sarebbero davvero una mazzata per il Partito democratico: "L’Emilia Romagna è una regione importantissima del Paese, che il Pd guida con orgoglio. Per noi sarebbe una sconfitta difficile da assorbire: non dobbiamo essere ipocriti". Ma a renderlo più convinto della sua posizione è il nascente movimento delle sardine: "Sono molto contento della reazione della gente comune, delle 'sardine' che occupano le nostre piazze non perché convocate da un capo ma perché credono in principi diversi da quelli di Salvini, e non abboccano".
Emilia-Romagna
Il capogruppo del partito di via Sant'Andrea delle Fratte, in un'intervista rilasciata a La Repubblica, ha commentato la corsa solitaria del Movimento 5 Stelle il 26 gennaio 2020: "Non veniamo danneggiati perché la nostra forza non sta nelle alleanze ma nella capacità che abbiamo messo in campo come coalizione di centrosinistra di dare soluzioni ai problemi della gente". Premettendo che la Regione in questione "ha un sistema di trasporti all’avanguardia con treni nuovi per i pendolari e una sanità tra le migliori d’Europa", ha affermato che "c’è stata una dedizione ai problemi delle persone, che potrà essere migliorata, ma noi non parliamo in politichese e non corriamo dietro a nessuno". Tuttavia lo stesso Stefano Bonaccini ha detto che i grillini - non alleandosi con il centrosinistra - potrebbero favorire le destre: "La coalizione che governa a livello nazionale poteva essere riproposta, malgrado la sconfitta in Umbria, perché il dialogo con i 5Stelle era avviato già da tempo in Regione".
L'ex ministro delle Infrastrutture ha poi sostenuto che "la posizione emersa nella piattaforma Rousseau è molto netta. È un risultato annunciato. Se chiedo a un militante del Pd se vuole sciogliere il Pd, è evidente che la risposta è no. Era quindi un risultato atteso". Criticando il quesito posto su Rousseau: "Forse la domanda andava posta diversamente, e cioè se si voleva un’alleanza a livello regionale come a livello nazionale. E doveva essere interpellata soprattutto la base dell’Emilia Romagna".
Da considerare che negli ultimi giorni si sta parlando anche di un possibile ritorno di Alessandro Di Battista, che potrebbe prendere la leadership dei grillini al posto di Di Maio: "Il Movimento deciderà i suoi vertici da solo. Certamente una parte dei 5Stelle sono contrari all’alleanza con il Pd e, se prevarranno, il dialogo sarà più difficile. Però la politica non si fa con i “se”. Noi ci confronteremo con chi sarà il capo politico".
Il governo
Delrio ha difeso diplomaticamente la nascita dell'esecutivo giallorosso: "Questo è un governo che ha ricevuto in eredità dal chiacchierone di Pontida 23 miliardi di tasse per gli italiani, gli investimenti allo 0% e la crescita allo 0%. Ha da scalare la montagna lasciata da chi oggi fa la predica". Ma la maggioranza appare divisa su tutto, dalla riforma della giustizia al caso ex Ilva. E proprio su quest'ultimo il capogruppo dem ha commentato: "È stato un grave errore togliere lo scudo penale, dando un pretesto ad Arcelor Mittal. Va detto che l’azienda ha cercato quel pretesto avendo problemi più sostanziali, tanto da volere discutere subito dei 5 mila esuberi. L’azienda si risieda al tavolo, tolga di mezzo i 5 mila esuberi".
L'ex ministro è intervenuto anche sulla questione del Salva-stati, difesa recentemente da Pierre Moscovici: "Non prevede la ristrutturazione del debito, che è la cosa che ha fatto gridare allo scandalo e che sarebbe inaccettabile anche per noi. Inutile perciò lanciare allarmi, che sono l’ennesima fake news di Salvini. Se Di Maio è allarmato, può tranquillizzarsi".
Ma le fibrillazioni nascono anche dai quasi 1500 emendamenti presentati dalla stessa maggioranza: "Questa manovra è fatta in condizioni proibitive e tuttavia si sono tolte tasse per 26 miliardi di euro con lo stop all’aumento di 23 miliardi di Iva e i 3 che sono entrati in tasca ai lavoratori con il cuneo fiscale. Il governo ha fatto la sua parte, il Parlamento ora affronta alcune misure indispensabili: ad esempio, la gradualità della plastic tax".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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