Il governo litiga pure sulla riforma della giustizia. Sotto la lente di ingradimento ora è finita la norma sulla prescrizione targata Alfonso Bonafede, che recentemente ha ricordato al Partito democratico: "Sbaglio o per 20 anni la contrapposizione tra centrosinistra e centrodestra e lo scontro con Berlusconi è stata proprio sulla prescrizione?". E ha mandato un avvertimento chiaro: "La riforma della giustizia è già pronta da un mese, l'ho inviata a tutte le forze politiche che si sono prese il tempo, anche un po' troppo in verità, per analizzarla. Ora i cittadini non possono più aspettare". Ma la replica da parte dei dem è stata altrettanto netta: "O lui congela la norma sulla prescrizione o votiamo la proposta di Enrico Costa (deputato di Forza Italia, ndr) per fermarla".
Compromesso
La ricerca del compromesso è come al solito affidata al premier Giuseppe Conte, che oggi tenterà di dialogare con gli alleati di governo per trovare una soluzione che però al momento appare piuttosto complicata. Pochi giorni fa il Pd avrebbe inviato al ministro della Giustizia una serie di proposte per accompagnare la riforma della prescrizione - che partirà il 1 gennaio - con l'intento di assicurare "una durata ragionevole dei processi al fine di evitare che i cittadini vengano sottoposti all'ergastolo del giudizio". Tra queste ci sarebbe quella di stabilire un tempo ben preciso per le indagini preliminari: il Gip avrebbe la possibilità di attuare un controllo sulla durata del lavoro dei Pm. Inoltre si sta valutando l'ipotesi di far restare la prescrizione in caso di assoluzione, mentre uno sconto di pena potrebbe essere previsto se - in caso di condanna - il processo dovesse andare per le lunghe.
Ma Movimento 5 Stelle e Italia Viva sono pronti a scontrarsi sul carcere ai grandi evasori: la compagine di Matteo Renzi ha chiesto la rimozione della norma dalla manovra. Sul Blog delle Stelle è però prontamente arrivata la replica: "Italia Viva ha partecipato alle riunioni tecniche, a quelle politiche, fino ai vertici di maggioranza che hanno chiuso l’accordo sul dl fiscale. Noi non crediamo che si possa giocare su un aspetto così fondamentale". Anche Ettore Rosato ha tuonato: "Le manette non sono uno strumento per combattere l'evasione fiscale. La lotta a chi investe è sbagliata.
Le manette servono solo a spaventare chi vuole investire". Il vice presidente della Camera ha concluso ribadendo che "già ci sono per i grandi evasori e non pensiamo che aggravarle aiuti la lotta all'evasione fiscale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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