Dopo cinque anni, arriva la prima verità giudiziaria sulla causa che ha opposto l'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, all'attuale conduttore del programma tv "Report", Sigfrido Ranucci. Come si legge sui profili social del programma di Rai 3, Tosi è stato condannato in primo grado a 3 mesi di reclusione - con la condizionale subordinata al risarcimento del danno - per calunnia: l'accusa è di avere diffamato l'allora co-autore e inviato della trasmissione creata da Milena Gabanelli.
I fatti risalgono al 2014. Secondo il pm Elisabetta Labate e il giudice Cristina Carrara, Tosi aveva fatto filmare clandestinamente da un suo emissario, Sergio Borsato, l'inviato di "Report" che stava realizzando un'inchiesta sull'amministrazione veronese (di cui Tosi era sindaco) sui rapporti clientelari, sul presunto appoggio elettorale di imprenditori in odore di 'ndrangheta e sull'esistenza di un video hard. L'ex leghista aveva depositato i nastri in Procura prima della messa in onda, accusando Ranucci di voler costruire un dossier falso usando 15 mila euro di fondi neri della Rai. Ma non era vero e nel 2016 Tosi, da accusatore, è diventato imputato.
Alla luce di due perizie disposte dalla Procura, i nastri depositati sono risultati anche successivamente modificati. Senza contare che l'ex sindaco di Verona, nel tentativo di impedire la messa in onda dell'inchiesta, inviò anche una lettera alla dirigenza Rai chiedendo provvedimenti disciplinari nei confronti del giornalista. Alla fine l'inchiesta andò invece regolarmente in onda e ne conseguirono ben 19 tra querele e richieste di risarcimento del danno nei confronti del giornalista, queste tutte archiviate.
L'imputazione coatta di Tosi era stata decisa dal Gip, che nel reportage di Ranucci aveva ravvisato come non vi fosse "neppure un fatto (tra quelli che nel corso della trasmissione sono stati riferiti come accaduti) che sia risultato non veritiero", con "la Gabanelli" che "senza esprimere alcun giudizio" aveva "solo messo in fila tutta una serie di dati oggettivi".
A Ranucci, Tosi contestava non solo l'accusa del sostegno alla sua amministrazione di alcuni imprenditori in presunti rapporti con la criminalità organizzata, ma anche quella di un video - proposto alla redazione di Report in cambio di soldi - che lo avrebbe ripreso in atteggiamenti intimi con un
transessuale. Filmato definito "fantomatico" dal Gip, il quale aveva smentito che Report avesse dato "per scontata l'esistenza del video" come sosteneva Tosi nella querela per diffamazione per mezzo televisivo presentata in Procura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.