Un po' come nella Fattoria degli Animali di George Orwell, tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri.
Come non pensare infatti all'imperituro capolavoro della letteratura britannica quando si scopre che la commissione Giustizia del Senato ha approvato una legge che prevede, tra l'altro, l'aumento di un terzo della pena se specifici reati - tra cui la diffamazione - sono commessi contro politici eletti o magistrati?
Come svela un retroscena della Stampa, la legge per tutelare gli amministratori locali contro atti ritorsivi ha introdotto un aggravio di pena per lesioni personali, minaccia, danneggiamento, violenza privata e diffamazione in caso che l'offeso sia un cittadino eletto o un magistrato. L'intento primario, di per sè encomiabile, era quello di mettere al riparo gli amministratori locali da atti di intimidazione.
Come spesso accade, però, si è colta l'occasione per estendere la norma a tutto il corpus politico e anche alla casta dei giudici. Un dettaglio che fa sorridere quando si scopre che tra chi ha votato a favore c'è anche il Movimento 5 Stelle, fautore almeno a parole del principio per cui "uno vale uno".
Quando si tratta di abbandonare il titolo di onorevole per il ben più ridicolo "cittadino", sono lestissimi: ma quando si tratta di mettere sotto scacco i giornalisti, ecco che anche i grillini diventano uguali. Agli altri politici...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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