C'è una guerra, sul campo, che va a rilento e sembra essere arrivata a una fase di stallo fatta di avanzate e ritirate ma soprattutto di rappresaglie. E ce n'è un'altra, fatta di parole, che al contrario sembra vicina all'escalation tanto temuta. Il tutto, quando il conflitto si avvicina all'anniversario del 24 febbraio, una data non solo simbolica ma in qualche modo cruciale in un compleanno in cui non sarà davvero nulla da festeggiare.
Da una parte, sul campo, un report dell'intelligence della Nato racconta come i russi stiano affrontando «enormi difficoltà» nel mettere in piedi l'offensiva che tanto speravano di allestire per l'anniversario dell'invasione. «I russi stanno pagando costi astronomici in termini di vite umane, con circa 2mila soldati morti solo lo scorso weekend», anche perché i soldati di Mosca sono «male equipaggiati e male addestrati». Tesi confermate anche dall'istituto americano per lo studio della guerra secondo cui, stando così le cose, la «festa» per l'anniversario della guerra per i russi non sarà una controffensiva ma «una serie di attacchi missilistici su obiettivi civili in tutta l'Ucraina», proprio per coprire le gravi difficoltà sul campo. Anche la presa di Bakhmut è in bilico con la resistenza ucraina che tiene botta agli attacchi russi. Da Kiev arriva comunque l'invito ai pochi residenti rimasti in città ad evacuare e il capo della brigata Wagner Prigozhin annuncia di aver preso il controllo dell'insediamento di Paraskovievka considerato un centro strategico per arrivare alla città.
Ma l'anniversario del conflitto vedrà anche uno scontro dialettico su più livelli. L'attesa è tutta per il discorso in pompa magna di Valdimir Putin, previsto per il 21 febbraio, ma non sarà l'unico. In contemporanea infatti, anche il presidente americano Joe Biden terrà un discorso, peraltro in un luogo non casuale. Il leader Usa volerà in Polonia e parlerà dai giardini del Castello reale di Varsavia. La Polonia sta diventando Paese chiave per i rifornimenti militari a Kiev e simbolo dell'appoggio dell'Occidente all'Ucraina. Per l'anniversario, anche il leader cinese Xi Jinping ha in programma un discorso che, a quanto è dato sapere, sarà incentrato sul tema della pace. Pessimo segnale per Mosca. Se anche il Dragone molla di fatto la Russia, e i segnali non fanno pensare a un appoggio diretto, Putin si può considerare davvero isolato. Al punto che emergono indiscrezioni e dettagli di quelle che saranno le sue parole. Al di là del nazionalismo più spinto a cui ha abituato tutti, lo Zar potrebbe imprimere una svolta tecnica ala guerra. Per la Russia continuerà a non chiamarsi guerra, ma quella che sinora è stata chiamata «operazione militare speciale», potrebbe diventare una «operazione antiterrorismo». Il motivo non è solo formale. L'utilizzo del termine antiterrorismo infatti prevede una serie di restrizioni per i cittadini e consente libertà più ampie per le forze dell'ordine, tra cui il controllo indiscriminato dei documenti con qualsiasi pretesto. Di fatto un modo per ampliare la repressione e soffocare il dissenso avendo ancor più mano libera, sulla scia di quanto fatto negli scorsi anni in Cecenia.
Intanto la minaccia russa all'Europa potrebbe crescere: la marina di Mosca ha aumentato da sette a undici il numero di navi da guerra schierate nel Mar Nero, tre delle quali trasportano missili da crociera. Secondo quanto riferisce Kiev poi, diecimila soldati russi sono concentrati nel territorio di confine di Sumy, nell'Ucraina Nord-orientale. Al di là delle difficoltà, si tratta della più grande concentrazione di militari nella zona, segnale della pianificazione di operazioni offensive.
Un pessimo segnale in assoluto: basti pensare che l'organizzazione mondiale della sanità riporta numeri terribili. In un anno, registrati quasi 780 attacchi a strutture sanitarie, al punto che un ucraino su tre non può più permettersi di curarsi. No, il 24 febbraio non ci sarà davvero nulla da festeggiare.
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