L'aereo dell'Etihad Airways con a bordo funzionari del governo emiratini e dignitari statunitensi è arrivato in perfetto orario all'aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv dopo tre ore di volo da Abu Dhabi. Israele ed Emirati non sono mai stati così vicini e fra poche settimane 28 collegamenti settimanali uniranno le loro città. Ma quello di ieri era un volo storico, i due Paesi hanno firmato accordi, compresa una reciproca esenzione dal visto per entrare nei rispettivi Stati, un altro passo nella normalizzazione dei legami tra Tel Aviv e Abu Dhabi. Il rappresentante speciale degli Stati Uniti Avi Berkowitz ha twittato una fotografia del suo biglietto aereo per Israele dagli Emirati Arabi Uniti. In un altro video il capitano del volo Naeem Alameri commentava: «Questo è un momento storico per gli Emirati Arabi Uniti e Israele, e non vediamo l'ora della salaam (pace) in futuro».
Era la prima volta che una delegazione ufficiale degli Emirati giungeva in Israele dopo la firma degli Accordi di Abramo a Washington lo scorso 15 settembre. Gli Emirati e il Bahrain sono i primi Stati arabi in un quarto di secolo a stabilire legami formali con lo Stato ebraico. Un'intesa nata in gran parte dalle paure condivise nei confronti dell'Iran, e sotto l'impellente pressione del presidente Usa Donald Trump che vuole usare questa carta nella sfida del 3 novembre con Joe Biden.
«Stiamo facendo la storia in un modo che durerà per generazioni», ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dando il benvenuto al ministro dell'Economia degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Touq al-Mari e al ministro di Stato per gli affari finanziari Obaid Humaid al-Tayer, accompagnati dal segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin. La visita è stata limitata all'aeroporto a causa del Covid-19. Sono stati firmati quattro accordi: promozione e protezione degli investimenti, cooperazione nella scienza e innovazione, aviazione civile e l'esenzione dal visto per i proprio cittadini. Egitto e Giordania, che pure hanno firmato trattati di pace nel 1979 e nel 1994, non l'hanno mai ottenuta.
Israele, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti hanno annunciato anche l'istituzione di un fondo di investimento, l'«Abraham Fund», da tre miliardi di
dollari che avrà l'obiettivo di rafforzare l'economia del Medio Oriente e avrà sede a Gerusalemme. Si parla anche di aprire sedi diplomatiche. Netanyahu ha promesso accordi «con altre nazioni», forse a partire dal Sudan.
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