Il caso del dossieraggio segnalato dal ministro della Difesa Guido Crosetto interessa la politica ma anche gli uffici dei magistrati, che adesso sembrano intenzionati ad accorciare i tempi per comprendere cosa sia effettivamente successo e quali conseguenze abbia comportato quell'attività. Vuole accelerare i tempi la procura di Perugia nell'indagine sui presunti accessi abusivi alle banche dati con le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che coinvolge Pasquale Striano, tenente della guardia di finanza che era in servizio alla Procura nazionale antimafia e ora è stato trasferito a un altro ufficio. I magistrati intendono definire nel tempo più breve possibile il quadro degli accertamenti per capire se le informazioni riservate siano state effettivamente carpite per un dossieraggio. L'attività dei magistrati del capoluogo umbro non rallenterà ma anzi sarà ancora più celere anche nella settimana che precede il ferragosto. Il procuratore capo Raffaele Cantone sarà al lavoro per coordinare il lavoro del nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza. Su quanto già fatto e quello che è in programma viene mantenuto il massimo riserbo. D'altronde il fascicolo è a Perugia da aprile anche se della sua esistenza si è saputo nell'ultima settimana. I magistrati hanno già sentito numerose persone ed esaminato una rilevante quantità di documenti. Striano è indagato per accesso abusivo a sistema informatico e ha sempre sostenuto di avere agito con correttezza. «Si è sempre occupato di criminalità organizzate e si è sempre mosso nell'alveo delle regole e seguendo le direttive che gli arrivavano e senza mai divulgare notizie coperte dal segreto istruttorio» ha affermato il suo difensore, l'avvocato Massimo Clemente ribadendo che il suo assistito è a disposizione dei magistrati umbri per un nuovo interrogatorio dopo quello con i pm romani. Striano avrebbe anche sottolineato di affidarsi alla magistratura dopo che il quotidiano La Verità ha rivelato che il suo assistito negli ultimi due-tre anni avrebbe tenuto una sorta di diario elettronico in cui ha inserito tutte le ricerche fatte per lavoro.
«Quando mi chiameranno lo consegnerò e dirò: Io ho fatto tutte queste attività, ecco il file» ha annunciato a un collega, sempre in base a quanto riporta il giornale. L'ufficiale - scrive La Verità - ha realizzato una specie di griglia in cui sono stati inseriti i soggetti che erano finiti sotto osservazione e le segnalazioni di operazioni sospette utilizzate per gli approfondimenti. In alcuni casi sono stati copiati anche estratti degli appunti e delle informative che aveva preparato. Striano è stato ascoltato dalla procura di Roma nella prima fase dell'indagine avviata in seguito a una denuncia del ministro Guido Crosetto dopo la pubblicazione di notizie riguardanti la sua precedente attività professionale.
In quell'occasione non avrebbe depositato alcun diario. Il fascicolo è stato poi trasferito ai magistrati di Perugia in base alla competenza a occuparsi di tutti i fascicoli nei quali sono coinvolti i loro colleghi della capitale come persone offese dal reato o indagati. E un altro degli aspetti da chiarire è proprio il perché l'indagine sia approdata a Perugia.
Se cioè in essa uno o più magistrati in servizio a Roma siano indagati o parti offese dal reato. Tra coloro che si sono chiesti il perché della competenza del Tribunale di Perugia, anche Enrico Costa, parlamentare garantista che milita tra le fila di Azione di Calenda.
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