Basta ipocrisie. Questo il senso della clamorosa decisione con cui la Comunità e la Brigata ebraica di Milano diserteranno l'evento programmato in Comune per il Giorno della memoria.
Sotto accusa l'Anpi, l'associazione dei partigiani comunisti ridottasi a partitino settario della sinistra estrema e anti-Israele. La scelta di disertare l'evento - un incontro tra studenti e Anpi-Aned (sigla di ex deportati) previsto a Palazzo Marino per lunedì - viene spiegata ufficialmente con l'«eccessiva politicizzazione di alcune associazioni promotrici». «Noi soffriamo tutti i giorni per l'antisemitismo - spiega il presidente della Comunità Walker Meghnagi- quindi è inutile onorare una volta all'anno gli ebrei morti e non difendere gli ebrei vivi». «Non disertiamo tutte le manifestazioni - precisa - disertiamo l'unica manifestazione in cui c'è l'Anpi. Non ce l'abbiamo col Comune di Milano né con l'Aned, che ci aveva invitato». Il problema insomma è solo con l'Anpi: «Non possono farsi sentire un giorno all'anno ed essere proprio loro, che hanno paragonato la Shoah a quello che è successo a Gaza, a parlare di memoria».
Il gesto arriva tutt'altro che inaspettato. Le tensioni fra Anpi e Comunità si erano già manifestate soprattutto in occasione del 25 aprile: Roma vede ormai da anni celebrazioni separate per la Liberazione. A Milano, finora, la manifestazione aveva miracolosamente conservato un carattere unitario solo grazie agli sforzi e alla saggezza di un presidente Anpi come Roberto Cenati (non a caso dimessosi qualche mese fa dal suo incarico, in polemica coi vertici nazionali) e al prezzo di pesanti contestazioni interne rivolte dalle frange oltranziste della sinistra alla Brigata ebraica (ma erano state fischiate anche le insegne dei reduci dei campi di sterminio). E qual è il delirante motivo di queste contestazioni, che alcuni antagonisti hanno trasformato a Milano in aggressioni? Ovviamente Israele, anzi l'irresistibile ostilità per lo Stato ebraico, dipinto dalla sinistra estrema come frutto di un disegno imperialista o addirittura razzista.
Ecco dunque il disegno, ormai evidente: trasformare anche la Giornata della memoria in una «giornata anti-Israele», bollando la sua drammatica guerra contro il terrorismo come «genocidio», e dipingendo al contrario i massacri del 7 ottobre come una pagina di «resistenza». I Giovani palestinesi l'hanno scritto nel volantino di una manifestazione in programma oggi: «Aggiorniamo la memoria, il genocidio è ora». E l'Anpi, guidata dal comunista Gianfranco Pagliarulo, non ha preso le distanze da questa narrazione. Da qui l'indignazione del mondo ebraico. La decisione di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, va anche oltre il semplice forfait a un evento, pur importante.
«A partire da oggi - spiega - non prenderò parte a eventi legati alla Giornata della memoria per lanciare un allarme: la ricorrenza del 27 gennaio nasce per ricordare l'orrore nazi-fascista e l'antisemitismo, ma oggi vedo nella società italiana e in alcune istituzioni muoversi un odio antiebraico che arriva a strizzare l'occhio a regimi teocratici e totalitari come quelli di Iran, Hamas e Hezbollah pur di criticare gli ebrei e lsraele».«Accusarci di antisemitismo è un po' ridicolo, verrebbe quasi da ridere» ribatte il presidente di Anpi Milano Primo Minelli (foto a destra).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.