Donald Trump incorona Elon Musk e Vivek Ramaswamy, i nuovi zar dell'efficienza governativa. Il presidente eletto ha scelto la coppia per supervisionare cambiamenti «drastici» a Washington, tanto da parlare di un Manhattan Project dei tempi moderni. Il tycoon ha annunciato la nomina del «grande Elon in collaborazione con il patriota Vivek» alla guida del Doge (acronimo del nuovo dipartimento per l'efficienza governativa), che punta a ridurre il peso della burocrazia e degli uffici federali e favorire la deregulation. «Insieme, questi due meravigliosi americani spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare le normative eccessive, le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali, essenziali per il movimento Save America», ha spiegato Trump: «Diventerà, potenzialmente, il progetto Manhattan dei nostri tempi», ha aggiunto facendo riferimento al piano segreto Usa per sviluppare la prima bomba atomica. I politici repubblicani, ha detto ancora, «hanno sognato gli obiettivi del Doge per molto tempo. Per guidare questo tipo di cambiamento drastico, il dipartimento per l'efficienza governativa fornirà consigli e indicazioni dall'esterno del governo e collaborerà con la Casa Bianca e l'Office of Management & Budget per guidare una riforma strutturale su larga scala e creare un approccio imprenditoriale al governo mai visto prima».
Non è chiaro come tale sforzo verrebbe finanziato o gestito, ma con i repubblicani pronti a controllare la Casa Bianca e il Congresso ci sarà l'opportunità di attuare almeno alcune delle proposte della commissione. The Donald ha ribadito di non vedere l'ora che Elon e Vivek «apportino cambiamenti alla burocrazia federale con un occhio all'efficienza e, allo stesso tempo, rendano la vita migliore per tutti gli americani. È importante che eliminiamo gli enormi sprechi e le frodi che esistono nei nostri 6.500 miliardi di dollari di spesa pubblica annuale. Lavoreranno insieme per liberare la nostra economia e rendere il governo responsabile nei confronti del popolo». Il loro lavoro, ha spiegato lo stesso tycoon, si concluderà «entro e non oltre il 4 luglio 2026: un governo più piccolo, con più efficienza e meno burocrazia, sarà il regalo perfetto per l'America nel 250° anniversario della Dichiarazione di Indipendenza. Sono sicuro che ci riusciranno».
«Sarà fatto più velocemente», ha risposto Musk su X a chi diceva che ha 530 giorni per rendere efficiente la macchina burocratica americana. La preannunciata nomina ha già suscitato forti timori per il potenziale gigantesco conflitto di interessi di Musk, che è uno dei maggiori contractor del governo federale e le cui attività imprenditoriali, dall'intelligenza artificiale alle auto senza pilota, sono soggette a leggi e regolamenti. Durante la campagna elettorale, Musk ha detto che vuole tagliare 2mila miliardi di dollari dal bilancio federale, una somma di gran lunga superiore alle spese dei dipartimenti della Difesa, dell'Istruzione e della Sicurezza Nazionale messi insieme, che persino alcuni analisti conservatori hanno stroncato definendo «assurda».
Intanto l'onnipresenza di Musk al fianco di Trump in questi giorni a Mar-a-Lago (e ieri lo ha pure accompagnato a Washington secondo i media), sta iniziando a logorare la pazienza di alcuni membri del team e pestando i piedi alla squadra ufficiale per la transizione. «Si comporta come se fosse il co-presidente - ha detto una fonte a Nbc News - e fa in modo che tutti lo sappiano».
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