Ventimiglia. Ma anche Milano e Como. Eccolo, il nuovo «tappo» nelle rotte dei migranti che dalla Sicilia premono per raggiungere i Paesi del Nord. L'ultima linea di frontiera che condanna l'Italia all'isolamento, stretta tra gli sbarchi da Sud e gli intransigenti respingimenti a Nord disposti da Austria, Francia e Svizzera.
Nel picco del turismo agostano, a Como la tensione si materializza e cresce di ora in ora nell'imbuto di centinaia di persone accampate alla stazione ferroviaria in attesa di varcare il confine a Chiasso e proseguire verso il Nord Europa. Sono più di 500, fa sapere la Caritas, tra sudanesi, nigeriani, eritrei, afghani, per quasi la metà si tratta di minori non accompagnati. Sfuggono dal circuito di accoglienza e dell'identificazione, arrivano a gruppi nella cittadina lariana, spinti dal passaparola innescato da frange criminali che alimentando la speranza di attraversare la frontiera gonfiano il business del traffico di migranti.
Aspettano inutilmente treni su cui salire per scendere in Germania o pianificano di attraversare la barriera di Chiasso a piedi. E mentre ogni loro tentativo di proseguire verso il Nord Europa si infrange davanti all'alt delle autorità svizzere che presidiano treni e valichi, l'emergenza sul territorio italiano aumenta. L'effetto degli sfoltimenti disposti dal Viminale con il trasferimento in pullman di migranti verso gli hotspot del Centro e del Sud Italia, dura poco più di 48 ore. Quelle che trascorrono prima che il fiume umano si ripresenti, determinato a infilarsi in qualsiasi possibile falla dei controlli svizzeri.
C'è la calura ad esasperare il disagio e ad aggravare le condizioni igienico sanitarie dell'accampamento sulle rive del lago: di fronte all'«emergenza umanitaria» ieri la Regione Lombardia ha attivato un presidio nello scalo ferroviario. Ma per il governatore Roberto Maroni «si tratta di clandestini, per le regole europee e la legge Bossi-Fini non hanno diritto a stare da noi. Governo sveglia»
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