Un appello ma anche un grido d'allarme. Il mondo del volontariato piange e si dispera per una situazione insostenibile che mette a rischio i primari servizi di assistenza delle associazioni, Misericordia, Pubbliche assistenze, Croce rossa.
A lanciare questo appello, che non vuole avere alcun intento polemico, oltre all'avvocato Alberto Corsinovi, presidente della Federazione delle Misericordie della Toscana, è Domenico Giani, presidente nazionale delle Misericordie d'Italia, ex comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano sotto i papati di Ratzinger prima e di papa Francesco ed ex direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano, oggi presidente di Eni Foundation.
Presidente Giani, di che cosa si tratta?
«Innanzitutto è una emergenza che riguarda l'intero paese, tutto il mondo del volontariato sanitario. Un problema che riguarda la gente normale, i poveri, che ci riguarda tutti. Uno dei temi è l'aumento dei costi del carburante e dell'energia elettrica. Ci sono volontari che fanno il pieno ai mezzi di tasca loro».
Ma come è possibile?
«È così. Ci sono paesini che campano di volontariato, se si ferma quello si ferma una città. Purtroppo la Regione e il governo non fanno abbastanza».
In che senso?
«Ci rivolgiamo alle autorità regionali ma soprattutto a quelle di governo. Chiediamo aiuto il prima possibile e vogliamo risposte convincenti. Ogni giorno aiutiamo decine di migliaia di persone con servizi di emergenza sociale. Con oltre 800 Misericordie siamo al servizio della popolazione più fragile. Siamo un corpo intermedio della società che si pone come interlocuzione per questa gente. Da parte delle Regioni e da parte delle autorità di governo chiediamo aiuti per i costi che sono aumentati tantissimo; chi vive del solo volontariato non riesce a fare più fronte a certe spese».
E nello specifico?
«Nello specifico il trasporto che riguarda tutte le realtà del volontariato; una questione che ci investe in maniera trasversale senza differenziazione. Basti pensare ai rimborsi che dal 2001 ad oggi non sono più rispondenti ai costi che dobbiamo affrontare.
Non c'è vena polemica contro le istituzioni che però non possono scordarsi di questo patrimonio. Il nostro è un appello da parte di migliaia di persone che da otto secoli resistono. Noi siamo le Misericordie, fiore all'occhiello a livello mondiale che non possono essere lasciate a se stesse».
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