È stato il «destro» più di sinistra, l'antisistema di sistema e ora di nuovo contro tutti. In un inedito incastro di convergenze parallele che lo ha portato a sostenere, alle ultime elezioni europee, il comunista Marco Rizzo. Gianni Alemanno è un eterodosso per vocazione. Eretico da sempre. Fino all'approdo, da golden boy della destra sociale di An e Pdl, prima al ministero delle Politiche Agricole e poi al Comune di Roma da sindaco. Figlio di un ufficiale dell'esercito di origini pugliesi ma cresciuto a Roma, è proprio nella Capitale che inizia la sua avventura politica. Da giovanissimo aderisce al Fronte della Gioventù, la «giovanile» del Movimento Sociale Italiano. Minoranza nella minoranza. Infatti, Alemanno è una delle promesse della corrente guidata da Pino Rauti, tra salto degli steccati destra-sinistra e tendenze socialisteggianti. Outsider rispetto agli almirantiani, tra i quali spicca Gianfranco Fini. Nel periodo della guerra fredda è anticapitalista e anticomunista. Nel 1982 viene arrestato con l'accusa di aver tirato una molotov contro l'ambasciata dell'Unione Sovietica, poi prosciolto. Nel 1989, invece, finisce in carcere dopo una contestazione all'allora presidente americano George Bush senior, in visita al cimitero militare Usa di Nettuno. Assolto anche in questo caso. Perciò, a ben vedere, non deve sorprendere troppo la linea decisamente critica nei confronti della Nato tenuta da Alemanno nella sua ultima vita politica. L'ex sindaco di Roma esce da Fratelli d'Italia a settembre del 2022, poco prima del trionfo dei meloniani alle politiche. Tra i motivi il diverso posizionamento sulla guerra in Ucraina. Alemanno crea il comitato «Fermare la guerra» e scrive un libro con lo stesso titolo e un sottotitolo «sovranista»: «L'Italia protagonista per la pace in Europa».
Proprio negli ultimi giorni, con il suo movimento Indipendenza, Alemanno ha esposto un'installazione artistica nel centro di Roma «contro le guerre e i massacri di bambini da esse provocati». Un flash mob con un pannello bianco e un gruppo di bambole macchiate di sangue. Poi, la scritta: «Ancora indifferenti di fronte alle guerre? Felice anno nuovo, Europa». Quindi attacchi alla Nato e a Israele. E ancora la strana coppia con il comunista sovranista Marco Rizzo, sostenuto da Alemanno alle elezioni europee nella circoscrizione dell'Italia centrale. Ma, a un certo punto, sembrava che l'ex An si sarebbe candidato in quella competizione nelle liste della Lega insieme al generale Roberto Vannacci. Alemanno ha difeso più volte Vannacci e i due condividono una linea simile sull'Ucraina. Un lungo percorso. Dal ribelle missino alla parentesi istituzionale da ministro e al Campidoglio.
Un'avventura in cui non sono mancate le complicazioni giudiziarie, come la condanna a 1 anno e dieci mesi per traffico di influenze in un filone dell'inchiesta «Mondo di mezzo». Quindi il ritorno alle origini. Oltre destra e sinistra.
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