Un eurovoto per fermare i deliri green

Procede a passi spediti l'agenda ambientalista ideologica dell'Unione europea con un'accelerazione nelle ultime settimane destinata a non fermarsi almeno fino alla prossima primavera

Un eurovoto per fermare i deliri green
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Procede a passi spediti l'agenda ambientalista ideologica dell'Unione europea con un'accelerazione nelle ultime settimane destinata a non fermarsi almeno fino alla prossima primavera. Il rischio che le elezioni europee del 2024 portino alla formazione di una maggioranza alternativa a quella attuale con un'alleanza tra popolari e conservatori e a un conseguente cambio di rotta delle politiche comunitarie, ha portato a una maggiore spinta sull'agenda green europea. Il risultato è l'approvazione o la discussione di alcune misure che vanno nella direzione di una stretta sui temi ambientali che penalizza soprattutto l'Italia. Oltre alle ormai note direttive sulla casa e sull'automobile, si sono aperti nuovi fronti caldi. Il primo è lo stop alle caldaie a gas nelle abitazioni private che l'Ue vorrebbe imporre dal 2029 e che si discuterà il prossimo 12 giugno. Una misura definita dal Codacons «insostenibile per le famiglie che non solo comporterà una stangata sul fronte della spesa da sostenere, ma rischia di non determinare nemmeno vantaggi sul piano ambientale».

Porterà a un aumento dei costi per il settore dell'automobile anche la nuova stretta sulle emissioni relativo ai motori Euro 7 che dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2025 e dal 1° luglio 2027 per i mezzi pesanti. In un documento la Acea (Associazione europea dei costruttori) denuncia che l'aumento dei costi per il settore risulta da 4 a 10 volte superiore rispetto alle stime di Bruxelles.

Si arriva poi all'alimentazione con il nuovo regolamento sugli imballaggi dell'Ue che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l'insalata in busta, i cestini delle fragole, le arance in rete e le confezioni di pomodorini come denunciato da Coldiretti.

Su questa falsariga si inserisce la legge approvata dal governo irlandese che prevede le etichette dei prodotti alcolici indichino, oltre ai rischi per la salute, il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto.

Si tratta del primo esempio in Europa di una legge di questo genere che, se applicata in tutta l'Ue, rappresenterebbe un danno ingente per il settore del vino che costituisce un'eccellenza per l'Italia non solo da un punto di vista economico ma anche identitario.

Alla luce di questa situazione non

resta che cercare nei prossimi mesi di contenere i danni nelle istituzioni europee evitando che l'ambientalismo ideologico prevalga sul buonsenso e auspicando un cambio di rotta da parte di Bruxelles. Il 2024 si avvicina.

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