Fabio e Lorenzo, vite spezzate. Mattarella: "Senza più parole"

I morti avevano 34 e 37 anni, uno stava per diventare papà. L'azienda ferma le attività: 850 operai in cassa

Fabio e Lorenzo, vite spezzate. Mattarella: "Senza più parole"
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Lorenzo si stava preparando a diventare papà. La foto dell'ecografia sul telefono e la testa piena di «chissà» e di bei progetti. Fabio, appassionato di moto, era un delegato alla sicurezza: «Voglio continuare a far parte di un gruppo che ti insegna a migliorare» aveva scritto in un post sui social.

La loro vita è stata spezzata in un boato che ha sentito mezza Bologna. Sono Lorenzo Cubello, 37 anni, e Fabio Tosi, 34 anni, i due operai morti durante l'esplosione di mercoledì in un capannone della Toyota Material Handling (multinazionale che si occupa di movimentazione merci e che ora ha sospeso l'attività fino a data da destinarsi) in zona Borgo Panigale. Uno è morto sul colpo, l'altro è deceduto in ospedale dove era arrivato in condizioni disperate. Tra gli 11 feriti uno è grave: dopo lo scoppio, parte del capannone è crollata e molti non hanno nemmeno avuto il tempo di scappare.

E pensare che ieri avrebbero dovuto manifestare per denunciare la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro. «Non ci sono più parole adeguate per esprimere l'allarme e l'angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando, per insufficienza della sicurezza per chi lavora» ammette lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciano una frase che va ben oltre la mera solidarietà. E che chiede in tutti i modi di darsi una mossa per prevenire tragedie simili.

Dopo l'esplosione, davanti ai cancelli dello stabilimento si sono radunati operai (850 quelli che ora sono in cassaintegrazione) e familiari, in apprensione per la sorte dei loro colleghi. «Non pensavo potesse succedere una cosa del genere. Uno può farsi male, ma non tornare a casa alla sera è tutta un'altra cosa» piange un collega. «Io e Fabio - dice un altro operaio - ci conoscevamo dalle scuole superiori, sono stato uno di quelli che ha insistito perché venisse preso qui». Sono stati già dimessi i primi feriti, quelli più lievi, che erano stati ricoverati mercoledì negli ospedali di Bazzano e San Giovanni in Persiceto. Ieri mattina i carabinieri, insieme a Vigili del Fuoco e Ausl, hanno svolto rilievi sul luogo dell'incidente, a cui hanno partecipato anche la procuratrice aggiunta di Bologna, Morena Plazzi, e la pm di turno, Francesca Rago. Sono ancora in corso gli accertamenti sulla dinamica esatta dell'incidente. Dalle prime indagini, trapela che l'esplosione potrebbe essere partita da un boiler di un impianto di climatizzazione. Lo scoppio ha provocato il crollo di una parte di un capannone dello stabilimento Non è stato ancora stabilito se la causa del decesso è stata l'esplosione o il crollo della struttura. L'area è al momento sotto sequestro.

Si tratta di un reparto dove ci sono sia impianti di climatizzazione sia un deposito ad uso di aziende esterne che hanno un contratto di manutenzione con Toyota.

La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose gravissime, al momento ancora contro ignoti. Per chiedere che la sicurezza sia la pre-condizione in ogni luogo di lavoro, oggi il settore metalmeccanico di Bologna si ferma per tutta la giornata. Non solo per ricordare le vittime ma per denunciare «una situazione insostenibile».

«Una priorità come la sicurezza - interviene Rocco Palombella, segretario generale Uilm - viene tralasciata e mancano ispettori per aumentare la prevenzione. La politica non si può limitare al cordoglio. L'obiettivo deve essere zero morti sul lavoro».

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