Fase 2, la supersfida dell'Eliseo sull'apertura di scuole e negozi

Macron chiede al parlamento di sostenerlo e rischia

Fase 2, la supersfida dell'Eliseo sull'apertura di scuole e negozi

Oggi in Francia ci sarà un voto politico sulla Fase 2. Bocciato il modello Rousseau, poco avvezzo alla mediazione istituzionale, la linea del governo francese sembra abbracciare l'idea democratica di Voltaire. Quella che non chiede a nessuno di rinunciare alla propria identità, storia e religione; neppure in stato di crisi sanitaria e con soli 75 deputati consentiti in Parlamento su 577. Ma alla fine decide.

Nonostante le restrizioni, infatti, la democrazia transalpina cerca di tenere in piedi un sistema che consenta a tutti i leader di partecipare. L'estrema sinistra provoca, Marine Le Pen strepita e socialisti e repubblicani dicono la loro senza dimenticare di essere all'opposizione. Forzando i tempi dell'attività parlamentare - maxi-pacchetto e unica votazione - il governo chiederà un Sì o un No alla riapertura. Non una mera comunicazione al Parlamento su ciò che il governo ha stabilito per la ripartenza.

Quella che il premier Edouard Philippe ha annunciato via Twitter come «strategia nazionale» assume dunque i contorni di una sfida: una prova di forza dell'esecutivo francese che non rincorre più gli eventi ma tende a influenzarli favorevolmente. È la democrazia che celebra se stessa e i suoi riti senza i «sacerdoti della scienza»; il capo del comitato scientifico francese Delfraissy ieri precisava che, fosse stato per lui, le scuole non avrebbero affatto riaperto l'11 maggio.

Sei i temi annunciati dal premier: «Sanità (mascherine, test, isolamento), scuola, lavoro, negozi, trasporti e assembramenti», scrive Philippe. Dopo gli interventi di ciascun gruppo in Assemblea nazionale, si vedrà se i partiti appoggeranno il governo o bocceranno la Fase 2 che punta a riaprire gradualmente il Paese, con la promessa di evitare contagi grazie alla tecnologia e a condizione che i 700mila test rapidi a settimana saranno a portata di medico.

Tutto ancora da vedere sul campo: con 437 vittime nelle ultime 24 ore e 23.293 totali da inizio marzo anche alcuni insegnanti sono scettici. Intanto ci sarà un voto, politico, a favore o contro le scelte dell'esecutivo. Un rischio per Emmanuel Macron, ma pure una linea democratica molto diversa dalla versione strampalata dell'Italia deparlamentarizzata di oggi.

Macron ha però deciso che sarebbe stato impossibile far ripartire il Paese senza dare la possibilità ai genitori di lasciare i bambini a scuola, quindi si decide.

Se tutto filerà liscio passerà all'incasso del gradimento. Il Parlamento ha intanto convocato una commissione ad hoc per avere delucidazioni dai membri del comitato scientifico sul loro operato: qualcosa di simile a un processo.

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